In Italia, ad oggi, secondo gli ultimi dati diffusi, gli anziani in condizione di povertà, sono oltre 890 mila e, di conseguenza, vivono sotto la soglia ritenuta accettabile per una vita dignitosa, sia per quanto riguarda la spesa quotidiana ma, in alcuni casi, si riverbera anche sulla presa in carico e sul diritto alla cura. A riprova di ciò, occorre pensare che, la crescente fragilità economica di coloro che si trovano a vivere la Terza e la Quarta età, non permette loro di poter usufruire della prestazione lavorativa di un’assistente familiare e di poter vivere nelle loro case in quanto, il costo per mettere in regola questa figura professionale, è troppo oneroso.
Alla luce di quanto detto, sarebbe molto importante adottare delle misure di sostegno rivolte agli anziani con reddito basso che, loro malgrado, si trovano a fare i conti con diverse e sfaccettate fragilità, sia di tipo sanitario che economico. In particolare, nell’ottica di permettere un’assistenza domiciliare di qualità, sarebbe importante promuovere la detraibilità dell’IRPEF del 50% e non del 19%, estendendola a tutti e non solo alle persone non autosufficienti. I bonus invece, rappresentano dei rimedi di natura momentanea e circoscritta, che non contribuiscono in alcun modo a lenire le cause strutturali del crescente disagio sociale.
Guardando al futuro quindi, ci occorre un nuovo welfare, in grado di fare dell’inclusione la sua cifra distintiva e dare le risorse materiali e immateriali necessarie affinché, i nostri anziani, possano continuare a vivere nelle abitazioni dove hanno sempre vissuto, con un’assistenza di livello elevato. Ogni cittadino deve ricordare che, il livello di democrazia di un Paese, si misura anche dal livello di attenzione verso i membri più fragili delle nostre comunità verso i quali, tutti noi, siamo tenuti ad essere prossimi. Acli Colf, da sempre, è impegnata per favore questo processo assistenziale e culturale ma, da soli, non si va da nessuna parte e serve l’aiuto di tutti.