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La Manovra ai raggi x

Bisogna ammettere che il percorso della Legge di bilancio è stato assai accidentato, che i testi sono stati scritti e riscritti, che le norme hanno spesso riportato il contrario di quanto era stato annunciato. Più o meno è accaduto ciò che avviene sempre nella sessione di bilancio, anche quando al governo siedono forze politiche più omogenee. Nel nostro caso, è già tanto che la legge arrivi in porto, considerando le preoccupazioni diffuse in vista di un’operazione che sembrava tanto impegnativa da evocare persino il ricorso all’esercizio provvisorio. Eppure, è capitato raramente che un esecutivo fosse messo alla berlina come è accaduto al governo Conte 2; che venissero derise le sue proposte fin dalle prime battute, ingigantiti gli effetti delle sue misure. Certo, la ‘’notte della Repubblica’’ non è ancora passata; il Paese è lontanissimo dall’aver risolto i suoi problemi. Ma ha smesso di rotolare nella slavina, politica, finanziaria ed economica, provocata dal governo giallo-verde, le cui riforme epocali (da quota 100 al reddito di cittadinanza) non hanno aiutato l’Italia a risalire la china.

Che cosa era stato chiesto al Conte 2 da tutte le forze politiche? La sterilizzazione degli incrementi delle aliquote Iva – già previsti dalla precedente legge di bilancio – perché avrebbe avuto, si diceva, effetti recessivi. Il governo ha trovato i 23 miliardi necessari a evitare che dal 1° gennaio scattassero gli aumenti previsti dalle clausole di salvaguardia. Questa operazione, però, non ha risolto una volta per tutte. E’ quindi opportuno fare chiarezza sulla vicenda dell’IVA e sugli effetti delle misure contenute nella legge di bilancio. Come è scritto nella Relazione tecnica le nuove disposizioni prevedono la completa sterilizzazione per il 2020 e quella parziale dal 2021 degli aumenti delle aliquote IVA e dell'obiettivo di gettito da accise sui carburanti per autotrazione stabiliti dalla legislazione vigente. Sempre nella Relazione tecnica vengono previsti i calcoli effettuati assumendo ‘’come dati di partenza gli importi del gettito Iva e gli obiettivi di entrate da accisa che sono stati già scontati nei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente’’.

In sostanza in un triennio (2020-2022), rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2019, vi saranno circa 35.800 miliardi di minori entrate. Alla faccia del ‘’governo delle tasse’’. Certo, prima o poi, sarà necessario porsi il problema del ‘’che fare’’ delle imposte indirette, altrimenti anche le prossime leggi di bilancio saranno requisite dai destini dell’Iva. Se così fosse si dovrebbe cambiare nome alla manovra definendola ‘’legge di sterilizzazione’’. E il rimanente? Per la riduzione del cuneo fiscale sono stanziati 3 miliardi di euro per il 2020 e 5 miliardi a partire dal 2021. La misura entrerà in vigore da luglio e riguarderà chi guadagna meno di 35 mila euro lordi l’anno, ovvero circa 15 milioni di lavoratori che riceveranno in media un centinaio di euro in più al mese comprensivi del bonus degli 80 euro per quanti lo ricevono (ovvero, i dipendenti con redditi da 8mila a 26.600 euro). Il vero beneficio arriverà quindi per i redditi fra 26.600 e 35mila euro (finora esclusi dal bonus degli 80 euro), che incasseranno fino a 50 euro in più al mese. Dal 1° settembre del 2020 sarà abolito il “superticket”, cioè la quota del costo delle prestazioni sanitarie a carico dei cittadini. A questo scopo sono stati stanziati 185 milioni per il 2020 e 554 milioni l’anno a partire dal 2021. Inoltre, dal 2020 diventerà operativo un piano triennale straordinario da 1,356 miliardi per i disabili e le persone non autosufficienti. Aumenterà, infine, di due miliardi il fondo per gli interventi di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico.

Nessuno nega di avere a che fare con misure di ‘’piccolo cabotaggio’’; certamente insufficienti, ma quasi mai negative per i cittadini. Soprattutto l’ammontare delle tasse che la legge di bilancio ha aggiunto è inferiore a quello che è stato tagliato. Segue, poi, uno stillicidio di mini-misure sparpagliate, spesso prive di una visione organica e coerente, come la semina di bonus per svariati motivi e la costituzione di fondi di vario tipo. Crescono gli investimenti per infrastrutture, opere pubbliche e messa in sicurezza degli edifici. I contributi concessi con questo scopo a enti locali e autonomie passano da 4,9 a 8,8 miliardi di euro. In arrivo anche 2,78 miliardi di euro da utilizzare fra il 2020 e il 2034 per la messa in sicurezza di edifici pubblici, strade, ponti e viadotti. Altri 6,1 miliardi di euro aggiuntivi andranno a Città e Province metropolitane per finanziare nello stesso periodo la manutenzione di strade e scuole. Infine, è stato stanziato quasi un miliardo per le Olimpiadi invernali del 2026 e un finanziamento fino al 2022 per la Ryder Cup. L’intervento più importante, rivolto a recuperare il gettito perso con le modifiche alle versioni originarie di plastic tax e tassa sulle auto aziendali, è quello relativo all’aumento delle accise sui carburanti che porterà a un incremento delle entrate statali pari a circa 1,2 miliardi nel 2021 e a 1,7 miliardi nel 2022. Sempre che anche questi aumenti non siano ‘’sterilizzati’’.

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