Andiamo con ordine. La demagogia “xenofoba” del Terzo millennio ha tutte le soluzioni pronte per risolvere l’emergenza salvo declinarne una dietro l’altra vista l’impossibilità pratica di attuarle. Hanno cominciato con il “blocco navale” davanti alle coste libiche difficile da attuare visto che poi si sarebbero dovuti colpire barconi con innocenti a bordo. Poi i campi profughi in Libia, Paese notoriamente ben strutturato dove un governo legittimo gestisce con ordine e trasparenza la nazione. Non è così. C’è un conflitto in atto, due governi, cento milizie e un Califfato a Derma affiliato all’Isis. In più uno sconfinato deserto che è terra di nessuno. Chi li fa i campi di raccolta per i profughi? E chi li controlla? Da qui siamo passati ai rimpatri come ai tempi del ministro Maroni. Peccato che i rimpatri non sono a costo zero. Ogni clandestino espulso, laddove ci siano accordi con i Paesi di origine, costa in media tra i 2 e i 3mila euro. L’accoglienza temporanea, invece, molto meno. Gli accordi furono fatti anche negli anni Novanta dall’allora ministro dell’Interno Napolitano. Accordi che costano perché i Paesi di origine vogliono qualcosa in cambio. Nell’ultimo accordo firmato da Maroni con la Tunisia si parla di venti milioni di infrastrutture da realizzare a spese dell’Italia in Tunisia oltre a investimenti vari. Non proprio costo zero. Nei giorni scorsi è stato firmato una accordo di questo tipo con la Macedonia. La trattativa durava da sei anni e tutto per definire quanto l’Italia debba pagare per ogni macedone che venga rispedito a casa.
Ancora. C’è chi ha detto “quanti immigrati ospita il Vaticano?” Non risulta che politici di varia natura abbiano ospitato italiani indigenti. Ora si urla, lanciando sassi nello stagno della paura, ma negli anni passati chi era al governo non sembra abbia risolto nulla se non creare i grandi campi rom e ripartizione delle quote di migranti nelle città con l’invenzione dei “Patti per le città sicure” che ha spianato la strada anche ai loschi affari emersi con Mafia Capitale. Il trattato di Dublino che oggi obbliga l’Italia a tenersi i migranti che arrivano sulle nostre coste non è certo stato firmato oggi…
E’ vero, la Chiesa potrebbe fare di più. Scomunicare i farisei che chiudono le porte e alzano i muri, per esempio. Aprire i conventi, quelli ancora chiusi, agli immigrati così come ha chiesto Papa Francesco. Ma quante sono le parrocchie i centri e su tutti la Caritas che si affannano ad aiutare migranti e senza speranza con passaporto italiano!? Lo fanno da sempre, e anche in quelle aree di crisi da dove partono i disperati. Lo fanno perché questo è Vangelo, cari crociati a comando.