Gli appuntamenti con la storia provocano perlopiù il gusto nauseabondo della imminente sconfitta. Quasi ad evocare le parole di Paolo VI, la “tragedia presente soffoca la nostra voce”, ma anche il grido di speranza che la responsabilità e la solidarietà si stanno facendo carico dal nord al sud del Paese per superare l’attuale fase critica. Un contesto che ha evidenziato il volto di tante professionalità , di valori nascosti e di forze disvelate dalla quotidianità per arrivare al giro di boa. Tra questi, l’istituzione prefettizia, sottoposta al controllo diffuso e generalizzato, ha rafforzato il ruolo e l’impatto sulla collettività essendo il prefetto chiamato ad essere sempre pronto e vigile nel servizio alla comunità.
Responsabilità quindi che i prefetti si assumono per concretizzare un serrato confronto con le più disparate e complesse realtà territoriali, consolidando autorevolezza di fronte ai cittadini. E lo fa con il consueto spirito di servizio fino a mettere in gioco la propria salute , del quale competenza, professionalità e alto senso dello Stato costituiscono gli elementi portanti. Nella contingente situazione di straordinaria emergenza dovuta al rapido diffondersi del coronavirus viene confermata la centralità del ruolo prefettizio di raccordo e coordinamento, sul territorio, tra diversi uffici ed organi statali, poiché a questa figura istituzionale è stato demandato il compito di dare attuazione ai necessari dispositivi di controllo nelle aree “a contenimento forzato”, dimostrando ancora una volta di poter svolgere un ruolo significativo anche come interfaccia, come punto di raccordo tra cittadini e Stato.
Incisivi, per l’impatto sull’assetto degli interessi economici e sociali del territorio provinciale, con riflessi sull’intera economia nazionale, sono i poteri attribuiti al prefetto dal Dpcm del 22 marzo scorso, relativamente alla sospensione delle attività produttive industriali e commerciali. La possibilità cioè di sospendere, quale misura di contenimento del rischio di diffusione del Covid-19, i processi produttivi delle filiere che fanno capo alle attività d’impresa consentite ed elencate dal Dpcm, nonché l’attività degli impianti a ciclo produttivo continuo ogni qualvolta si riscontri la strumentalità delle filiere con l’attività ammessa, ovvero un grave pregiudizio all’impianto o un pericolo di incidente.
Un compito delicato, che richiede un’ampia capacità di interlocuzione e di dialogo con le regioni, gli enti territoriali , le camere di commercio, le associazioni di categoria e gli altri organismi di volta in volta interessati.
Il Prefetto, dunque, interprete e portavoce delle istanze del territorio e collante tra le istituzioni locali, le cui funzioni si misurano con la capacità di evolversi e conquistare uno specifico e rafforzato profilo attraverso la sua proficua azione. Su questa centralità si basa la loro forza, e nello sforzo per conservarla autorevolmente nelle dinamiche del Paese risiede la sfida più imponente che oggi si pone alla funzione prefettizia.
Michele Di Bari
Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione.