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Invocare una moratoria per interrompere la vendita delle armi

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E' sempre più drammatica la situazione in Siria. Come Comunità Papa Giovanni XXIII siamo a Telabass, in Libano, cittadina vicina al confine siriano, situata a pochi chilometri da Beirut. I nostri missionari vivono in una capanna come i profughi. Noi stiamo continuando a lavorarare con persone e famiglie che fuggono dalla Siria e vengono in questo campo profughi. Cerchiamo di attuare dei corridoi umanitari e, proprio tra ottobre e novembre, dovrebbero arrivare delle persone, che saranno dislocate in varie parti d'Italia dove è presente l'Apg23, in collaborazione con parrocchie, gruppi spontanei, si rendono disponibili per una reale integrazione. Ho presente nuclei familiari che verranno accolti a Trinità, un paesino del Piemonte, dove c'è un gruppo di famiglie che li seguirà preparando l'integrazione scolastica per i bambini e cercando un lavoro per il capofamiglia. Questa è un po' la situazione che noi monotiriamo poi, ovviamente, seguiamo anche ciò che accade a livello internazionale, il movimento di attacco di Erdogan. Abbiamo chiesto con insistenza al governo italiano di interrompere le forniture di armi, non solo quelle future, ma anche quelle già in essere. 

Sarebbe importante invocare una moratoria a livello mondiale per interrompere la vendita delle armi. Noi lo chiediamo da anni, come chiediamo che venga istituito un Ministero della pace che abbia un compito di studio sistematico e approfondito della produzione di armi e di come arrivare alla riconversione di queste fabbriche. Noi siamo convinti che è possibile una riconversione verso attività lavorative che servono al benessere della società e non all'uccisione delle persone. 

Voglio lanciare un appello, non solo al governo italiano, ma anche agli altri Stati membri. E' necessario che ci sia una linea comune sia su questa situazione, ma anche più in generale perché c'è un'ipocrisia di fondo quando si parla di sistemi, di paesi dittatoriali che violano i diritti civili e i diritti umani, e poi si lucra sulla vendita delle armi. E' una follia. E' come se ci fosse un Paese del Medio Oriente che vendono armi ad un conflitto europeo dove vengono uccisi i nostri figli, i nostri nipoti. Penso che non saremmo contenti. La regola d'oro che dice tutta la Sacra Scrittura è “non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi“. 

Paolo Ramonda: