Mario Draghi è una persona di poche parole. I suoi interventi fino ad ora sono contati sulle dita di una mano. Immagino, però, che si stia interrogando, dopo una quarantina di giorni ormai trascorsi, sulla nuova esperienza. Del resto si sarà già accorto di “quale duro calle” è fatta la politica. Ha già dovuto mediare, non solo sulla ripartizione dei sottosegretari, ma anche su alcuni dei punti fondamentali del primo provvedimento di politica economica del suo esecutivo – il decreto Sostegni – su di un punto delicato come un “condono” (è la definizione data da Draghi stesso) in materia fiscale: una sorta di fornicazione politica che tutti i governi commettono, negando il peccato nel confessionale dell’opinione pubblica.
Ma la domanda che SuperMario dovrebbe porsi è un’altra: “non farò la fine del Conte 2, costretto a rincorrere il virus lungo percorsi imprevedibili e a passare da un dpcm che impone chiusure discutibili e comunque sempre penalizzanti per taluni settori produttivi (sempre i soliti visto che non si può fare la rotazione) ad un decreto legge connotato da una definizione che – in un modo o in un altro – richiama sempre il concetto di assistenza?”.
Poi – è chiaro – anche le misure di carattere assistenziale possono essere migliori di quelle adottate in precedenza, individuando obiettivi più importanti, operando ripartizioni più nette ed adeguate delle risorse finanziarie messe a disposizione. Draghi può attribuirsi questo merito: il decreto Sostegni non è come quelli adottati da Giuseppe Conte, con una sfilza di articoli spesso multipli di cento. Si tratta di poco più di 40 articoli con misure non solo selettive, ma selezionate. Non ci sono i bonus monopattino, né il sarchiapone del cashback. Anzi quei 5 miliardi stanziati per far decollare quella diavoleria, oggi sono allocati alla campagna delle vaccinazioni.
Sono cinque gli ambiti principali degli interventi del decreto Sostegni 2021 e 32 i miliardi allocati: sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore; lavoro e contrasto alla povertà; salute e sicurezza; sostegno agli enti territoriali; ulteriori interventi settoriali. Vediamo nello specifico:
Attività produttive (12mld)
Di cui 11 miliardi di euro per il contributo a fondo perduto per soggetti di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore: coinvolti soggetti che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30 per cento, calcolato sul valore medio mensile. Il nuovo meccanismo ammette le imprese con ricavi fino a 10 milioni di euro (importo prevede 60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100mila euro; 50% tra 100-400mila euro; 40% 400-1mln; 30% 1-5 mln; 20% 5-10 mln)
- Fondo per turismo invernale (600 milioni)
– Fondo l’esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti (2,5 miliardi)
– 3 mesi di sconto su bollette (600 mln per aprile, maggio e giugno)
Lavoro-famiglia (10 mld)
Proroga della cassa integrazione:
- Per la cassa integrazione ordinaria: previste altre 13 settimane tra il 1° aprile ed il 30 giugno
- per la cassa integrazione in deroga: ulteriori 28 settimane tra il 1° aprile ed il 31 dicembre.
Blocco dei licenziamenti: fino a giugno per le imprese che beneficiano della cassa integrazione ordinaria e fino ad ottobre per quelle in cassa integrazione in deroga
– Reddito di Cittadinanza rifinanziato per 1 miliardo
– Reddito di Emergenza rinnovato per altri 3 mesi
– Fondo straordinario per il sostegno degli enti del terzo settore aumentato di 100 milioni per le famiglie
– Sospensione del Decreto Dignità consentendo così rinnovo o proroga dei contratti a tempo determinato senza causale, per un periodo massimo di 12 mesi
E’ il fronte del lavoro quello più “continuista”; il Governo ha firmato un “pagherò” (a babbo morto?). Ci si aspettava che alla fine di marzo alla scadenza il blocco dei licenziamenti, si avviassero quelle modifiche che erano circolate nel dibattito sotto il titolo di “blocco selettivo” o di qualche altra definizione simile. Il discrimine – si diceva – riguarderà le aziende che possono ancora avvalersi della cig ordinaria (più correttamente non quella da covid-19) e quelle che devono necessariamente usufruire della cig in deroga. Per le prime si pensava che – avendo a disposizione la possibilità della sospensione dal lavoro per le maestranze in esubero – le aziende non si sarebbero impelagate con le procedure del licenziamento, mentre per le seconde sarebbe valso il principio del “l’hai voluta la bicicletta (la cig da covid a spese della collettività)? Allora, pedala (non licenziare per motivi oggettivi né per riduzione di personale)’’.
Questo scenario è stato posticipato per le aziende del primo tipo, al 1° luglio, per quelle del secondo al 1° novembre, con annessa cig dedicata appresso come è riassunto nella scheda. Ciò, in considerazione del perdurare della crisi e del prolungarsi dell’epidemia, al fine di evitare l’impatto sociale ed economico di un boom di licenziamenti. Poi – chissà?- se non diverrà possibile arrivare per inerzia a fine anno? In ogni caso continuare ad agitare lo spettro di un boom di licenziamenti è un’azione di terrorismo mediatico che punta a mantenere congelati gli organici e ad impedire alle aziende di ristrutturarsi e di investire in nuove tecnologie adeguando gli organici ai nuovi volumi produttivi.
Salute (5mld)
– 2,1 miliardi per acquisto vaccini, 700mln per farmaci anti-Covid
– Farmacie coinvolte nel piano vaccini
– sostegno al personale medico e sanitario, compreso quello militare
– proroga al 31 maggio 2021 della possibilità di usufruire di strutture alberghiere o ricettive per ospitarvi persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare.
A questo proposito non bastano più le promesse; siamo in grave ritardo e soprattutto è insostenibile che vi siano delle “vie regionali” che si sono date delle precedenze nella somministrazione del vaccino a categorie diverse da quelle indicate sul piano nazionale. Draghi ha cambiato il quadro di comando, ma le accelerazioni promesse ancora non si sono viste. Il generale Figliuolo per ora ha fatto circolare un grafico con il cronoprogramma delle vaccinazioni.
Scuola-Università
– 150mln euro per svolgimento di attività extracurriculari volte a favorire il recupero delle competenze di base e promuovere la socialità dei ragazzi
– Aumento di 150 milioni del Fondo per il funzionamento delle scuole, per la sicurezza delle scuole e il potenziamento della didattica a distanza
– Incremento del Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell’università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e degli enti di ricerca
Enti locali
– 1miliardo per Comuni e città metropolitane sul 2021
– 260mln per Regioni e Province a statuto speciale
– 1 miliardo pe Regioni a statuto ordinario per rimborso spese sanitarie nel 2020
Misure fiscali (1,3mld)
– Cancellazione cartelle esattoriali fino a 5mila euro nel periodo 2000-2010 per soggetti con reddito inferiore a 30mila euro
– Definizione agevolata degli avvisi bonari sui periodi di imposta 2017 e 2018 per i soggetti che hanno subito un calo del volume d’affari del 30% rispetto al 2019
– Proroga sospensione delle attività di riscossione coattiva fino al 30 aprile.
Sono previsti nel Decreto Sostegni anche singoli interventi settoriali su diversi ambiti (musei, centri storici; filiere agricole, pesca e acquacoltura, ecc.
A questo punto, concludendo, ci sta una considerazione. In conferenza stampa Mario Draghi ha annunciato che questo è il tempo della spesa. D’accordo. Ha la precedenza sempre il “primum vivere”. Sono sicuro, tuttavia, che il premier tenga sempre presente, nel varare misure di spesa, quanto ha detto nel suo bel discorso sulla fiducia.
“Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse. Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti. Esprimo davanti a voi, che siete i rappresentanti eletti degli italiani, l’auspicio che il desiderio e la necessità di costruire un futuro migliore orientino saggiamente le nostre decisioni. Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo”.