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Insicurezza alimentare e danni all’agricoltura: gli effetti dei cambiamenti climatici

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@ no one cares su Unsplash

Il cambiamento del clima sta contribuendo in maniera determinante alla desertificazione, al degrado del territorio, al calo di rendimento delle colture e all’insicurezza alimentare cronica nelle aree tropicali e subtropicali del pianeta. L’agricoltura, in particolare, subisce impatti dovuti a singoli eventi meteorologici, alla variabilità e al cambiamento del clima, attraverso numerosi effetti fisiologici su colture, pascoli e foreste, spostamenti dei periodi di crescita delle colture, modificazione della quantità e qualità delle risorse idriche, aumento delle sfide legate ad agenti patogeni ed erbe infestanti e mutamenti di qualità del suolo. In Italia gli effetti dei cambiamenti climatici sulle colture autoctone sono molteplici tanto che, diverse coltivazioni, stanno progressivamente migrando verso nord. L’olivo, ad esempio, in alcuni casi, viene coltivato sull’arco alpino e la produzione del vino invece, a causa delle temperature più miti, si sta spostando a quote sempre più alte, oltre i mille metri d’altezza. Nel Mezzogiorno invece, per lo stesso motivo, si stanno sperimentando diverse coltivazioni proprie dei paesi tropicali, come l’avocado, il mango, l’annona e fin anche un particolare tipo di melanzana, detta “melanzana thai”, originariamente diffusa in Thailandia e in altri paesi del sud est asiatico.

Il vertice della Fao sui sistemi alimentari tenutosi a Roma si è trovato ad affrontare un quadro globale estremamente preoccupante: 783 milioni di persone affrontano la fame, 122 milioni in più dal 2019 a causa della pandemia Covid-19 e dei ripetuti shock climatici. In qualità di Acli Terra auspichiamo che, il summit appena concluso ed ha visto la partecipazione di 161 Paesi e 22 capi di Stato e di Governo, con i numerosi esperti, sia stato in grado di fornire gli strumenti adeguati a fornire alle istituzioni competenti le giuste capacità e la determinazione necessaria per sconfiggere la piaga indecorosa della fame e gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici ad ogni latitudine. Questo è il primo passo verso il rispetto del Creato e nella direzione dell’attuazione concreta di quella che Papa Francesco ha definito con grande lungimiranza ecologia integrale.

Nicola Tavoletta: