In questo periodo, il potere d’acquisto delle famiglie italiane, non solo si è ridotto ma continua a subire un decremento elevato in considerazione dell’aumento del tasso di inflazione a livelli costanti. Si pensi che, ad esempio, tale valore, nel 2022 si attestava attorno all’8,1% e attualmente, in considerazione anche degli aumenti di prezzo nel settore energetico e agroalimentare, l’inflazione è attorno ai livelli dello scorso anno. Se non si andrà verso un’accelerazione degli investimenti per dare lavoro, soprattutto ai più giovani, e una contestuale riduzione del cuneo fiscale, non solo in maniera congiunturale ma anche strutturale, il potere d’acquisto ne subirà tutte le conseguenze del caso, ovvero un ulteriore aggravamento.
Su questo versante, l’attuazione delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è fondamentale. Si accresce il potere d’acquisto o se ne contrasta la diminuzione solamente facendo investimenti adeguati a dare maggiori possibilità di impiego nel nostro paese. Il secondo punto di importanza rilevante è rappresentato dalla detassazione del lavoro, già fatta da questo governo in forma congiunturale ma non aiutato ulteriormente con risorse importanti. Oltre a ciò, per aiutare il potere d’acquisto delle famiglie, occorre ridurre il tasso di inflazione attraverso tutto quello che si può fare, come ad esempio, la detassazione dei prodotti energetici nonché la verifica e il controllo sulle speculazioni in atto nel nostro paese. Bisognerebbe controllare di più e intervenire meglio in maniera determinata su tale questione.