La storia dell’allevamento delle api viene da molto lontano, già nel 2600 a.C. gli Antichi Egizi hanno avuto l’idea di offrire un posto riparato alle api, collocando le loro arnie l’una accanto all’altra in luoghi al riparo dalle intemperie, dando così inizio alla prima forma embrionale di apicoltura, anche attraverso una tipologia nomade fluviale che, ancora oggi, è praticata in alcune aree di Sardegna, Sicilia e Grecia. Nel corso della storia, anche gli antichi romani, hanno studiato e praticato l’apicoltura, tantoché anche Plinio il Vecchio, nel suo testo intitolato “Storia degli animali” risalente al 79 d.C., ha parlato diffusamente delle arnie e delle api. Questa nobile tradizione, seppur in forme diverse, sta proseguendo anche oggi dove, in un periodo di grandi cambiamenti climatici, le api, oggi in pericolo di estinzione per oltre il 9% delle specie dell’intera Europa, sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
L’impegno di Acli Terra e delle altre organizzazioni di rappresentanza del settore per la tutela delle api e degli apicoltori è massimo. Dobbiamo difendere con tutte le nostre forze questi insetti impollinatori fondamentali per la tutela degli ecosistemi e quindi del nostro futuro. In quest’ottica abbiamo organizzato l’evento denominato “Un fiume di miele” che, a Roma, il giorno 11 luglio, vedrà la partecipazione di numerosi esponenti delle istituzioni e apicoltori che si confronteranno con l’obiettivo di preservare il patrimonio di biodiversità rappresentato dalle api e, nello stesso tempo, spiegare alle giovani generazioni il valore della salvaguardia del pianeta attraverso la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari.