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Il sogno della pace

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Oggi quasi tutti utilizziamo il telefonino come un computer e capita spesso, specie per chi fa parte di “gruppi”, di scambiarsi opinioni sul fenomeno dell’immigrazione. Del resto i Tg del mattino sembrano un bollettino di guerra: il Mediterraneo si è trasformato in un “campo di battaglia ” e, purtroppo, come dimostrano i terribili fatti degli ultimi giorni, anche in un cimitero di disperati e reietti.

Quello che colpisce, ascoltando le diverse schermaglie sull’argomento, più affidate agli insulti che ai ragionamenti, è la confusione sui fenomeni della nostra civiltà. Tra questi gli sbarchi sulle coste europee. Tempo fa mi recai a un convegno promosso dall’Ucoi (Unione delle comunità islamiche d’Italia) e, invitato a portare un saluto, esordii: “Sono un cattolico, ma credo nel profondo legame tra cristiani, ebrei e musulmani. Tutti crediamo in un solo Dio e aspiriamo alla vita eterna, al Paradiso. E allora perché tante divisioni, perché combatterci?”

Seguirono alcuni secondi di silenzio, poi vi fu un corale applauso. Ricordo quando le nostre madri ci dicevano: mangia! Sennò arriva l’uomo nero. Quell’uomo dal colore della pelle diverso a cui- per anni – era stata negata anima e libertà. A questo oggi si è sostituito il terrorismo islamico. Un viaggiatore di etnia mediorientale o africana inevitabilmente finirà per essere fermato dalla polizia: nei porti, negli scali aerei e sulle strade. Ma è possibile confondere l’Islam con la jihad? E perché far serpeggiare tra gli uomini sentimenti che più li allontanano fra loro, come la paura? Eppure nell’attentato alle Due Torri vi furono vittime di ogni razza e religione.

Stiamo attenti agli imbonitori in cerca di consensi e ai cattivi profeti. I nostri figli sono destinati ad una società multietnica i cui valori potranno essere in contrasto tra loro, ma sarà comunque migliore della nostra, caratterizzata da conflitti, fame, intolleranza e disoccupazione…. Un domani della civiltà attuale andranno salvati i valori a fondamento delle Costituzioni: rispetto tra i Popoli e le diverse culture, democrazia, libertà. E questo sarà possibile se il comune denominatore si chiamerà pace.

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