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Il messaggio che viene da Betlemme

Ogni anno a Natale siamo chiamati a fare memoria del mistero di Dio, che mostra il grande amore verso l’umanità, accettando di farsi bambino per essere vicino a ciascuno di noi.

Il Natale di Gesù ci dà la certezza che il nostro desiderio di bellezza, di felicità, di bontà, di giustizia, di amore e di pace non è un’illusione. È, invece, una realtà già presente nel bambino nato a Betlemme, che ci spinge a vivere una vita nuova, a praticare la solidarietà e adempiere ai doveri di una cittadinanza attiva.

In questo periodo di grave crisi economica e di conflittualità politica viene spontanea a molti la domanda : “Come si fa oggi a condividere la gioia del Natale con tutte le sofferenze e insicurezze che ci turbano, con le brutte notizie che leggiamo sui giornali e vediamo alla televisione? Con la mancanza di lavoro per i giovani, con la povertà in aumento che umilia la dignità e impedisce un futuro sereno per tanti bambini? Con gli immigrati che vengono respinti e a cui vengono negati alcuni diritti fondamentali?”

A settanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo non viene garantita per tutti la tutela  dei  diritti  inviolabili che la Repubblica Italiana  deve  riconoscere  e  garantire ad  ogni persona. Alcuni giorni fa il vescovo di Caltagirone ha scritto a proposito della paventata espulsione di alcuni immigrati, compresi donne e bambini, dal Cara di Mineo, che se uno mette sulla strada un animale è giustamente punito, ma se si mettono sulla strada delle persone umane che provengono da un altro Paese si rispetta la legge.

La città degli uomini raggiunta dall’annuncio del bambino Gesù, la cui nascita realizza la gloria di Dio e la pace fra gli uomini, deve ritrovare la sua armonia: la solidarietà deve prevalere sul tornaconto, la giustizia sull’illegalità; il lavoro deve essere riscattato dallo sfruttamento, la dignità del lavoratore riconosciuta e tutelata; la convivenza civile deve essere affrancata dalla rabbia e dai pregiudizi.

Il Natale prossimo deve dare l’opportunità di attenzione alla concreta vita della gente, in particolare alle fasce più deboli ed esposte alle intemperie di una società sempre più complessa e sottoposta alle macchinazioni di poteri occulti e voraci.

Siamo chiamati ad educarci alla sobrietà, alla legalità, all’accoglienza e alla condivisione, alla ricerca del bene comune. Il bambino Gesù si fa dono per chiunque vorrà accettarlo. Solo chi lo accoglie con fede viva nel proprio cuore potrà dare gloria a Dio e sperimentare la vera pace: se lo accoglie nei piccoli, nei poveri, nei malati, negli emarginati, negli stranieri, nei carcerati.

L’augurio che rivolgo a tutti è quello che ognuno possa accogliere con una grande fede animata dall’amore Gesù Cristo, il vero festeggiato, che rischiamo di dimenticare se abbagliati dalle luci artificiali e storditi dai rumori delle nostre città.

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