La sicurezza ĆØ il cuore del lavoro: ĆØ con questo appello che Cgil, Cisl, Uil celebrano oggi il Primo Maggio a Prato ed in tutte le piazze italiane. Il lavoro ĆØ il principio fondamentale su cui si fonda la nostra Repubblica, il valore unificante tra le diverse generazioni e tra le differenti aree del Paese, al di lĆ del colore della pelle, della fede religiosa, della cultura. Ma, soprattutto, la sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro sono la condizione essenziale in una societĆ civile e sviluppata.
Non si puĆ² continuare a morire di lavoro. Dobbiamo fermare questa carneficina, questo bollettino di guerra che quotidianamente porta tragedie e lutti nelle famiglie italiane. Non si puĆ² parlare di fatalitĆ . Nel nostro paese ogni giorno in media tre persone muoiono sul lavoro. Sono soprattutto edili, operai dei porti, della logistica, della chimica, lavoratori dei servizi, delle aziende agroalimentari, giovani ed anziani. Una lenta morte collettiva, silenziosa, incrementata dalla precarietĆ , dai mancati investimenti in sicurezza, dall'omissione di controlli. In nome spesso del profitto ottenuto sulla pelle dei lavoratori.
Come avviene a quei giovani fattorini di Foodora e di altre aziende della “gig economy” che, sottopagati e senza alcuna tutela, sfrecciano in bici per le strade delle cittĆ europee, carichi di pizze ai ritmi serrati imposti dai computer che somministrano loro mansioni e ne monitorano le prestazioni. No, non ci piace questo modello di sviluppo dove c'ĆØ tanto sfruttamento, negazione dei diritti umani essenziali e della dignitĆ della persona. Il sistema va cambiato con norme legislative chiare, con le giuste garanzie della contrattazione tra azienda e sindacati, con piĆ¹ partecipazione e protagonismo dei lavoratori nelle scelte delle imprese.
Questo ĆØ il modello che vuole la Cisl. Anche la digitalizzazione va governata per metterla al servizio di migliori condizioni nel mondo del lavoro. E' evidente che le imprese grandi e piccole sono chiamate oggi ad un ruolo di grande responsabilitĆ . Devono investire in nuovi macchinari piĆ¹ sicuri, rendere i luoghi di lavoro sempre meno vulnerabili agli incidenti ed alle malattie professionali. Ed anche il sindacato deve fare di piĆ¹: denunciare gli appalti al ribasso, l'eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza. C'ĆØ bisogno di vincoli, garanzie, di discutere sui carichi eccessivi di lavoro e di straordinari, contrattare il lavoro festivo e domenicale, eliminare o ridurre al minimo i rischi per la salute.
E' anche un problema culturale, di rispetto per la dignitĆ del lavoro che va difeso in questa societĆ sempre piĆ¹ globalizzata ed individualista, come spesso ci ricorda Papa Francesco. La sicurezza nei luoghi di lavoro ĆØ un “non tema” nel dibattito pubblico, politico ed istituzionale. Se ne discute solo nelle formali note di cordoglio, dopo l'ennesima “morte bianca“. Durante la campagna elettorale nessuno ha usato la parola “sicurezza” riguardo alla sicurezza che davvero manca in Italia, quella sul lavoro. Nessuno ha citato i tagli alla sanitĆ , il depotenziamento dell'Inail, il calo delle ispezioni. Se ne dovrebbe parlare anche nelle scuole, nelle universitĆ , attraverso i mass media, in tutti i luoghi in cui si puĆ² costruire una vera alleanza per imporre il rispetto della vita e del valore del lavoro. Si deve puntare ad uno sviluppo industriale compatibile con la tutela dell'ambiente e con il benessere delle comunitĆ , senza contrapposizioni ideologiche, populismi, ritorni antistorici al passato.
Se vogliamo far crescere la nostra economia dobbiamo investire sull'innovazione, sulla ricerca, sulle nuove infrastrutture, sulla formazione dei giovani. A questo devono essere mirati gli incentivi fiscali, con un piano serio di prevenzione e di controlli in tutto il territorio nazionale.
SarĆ l'appello che oggi i lavoratori ed il sindacato, da Prato e da tutte le altre piazze italiane, compreso quella di Roma di San Giovanni dove si svolge il Concertone, rivolgeranno alle istituzioni. Di mettere al centro i problemi del paese, non gli interessi di partito. Bisogna rafforzare il dialogo sociale, assumendo il tema del lavoro e della sua sicurezza come la “questione nazionale” su cui si misurare la reale e concreta volontĆ ed attenzione della politica ai problemi dei cittadini e dei piĆ¹ deboli.
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