È un’incongruenza parlare di matrimonio omosessuale”, ha detto Francesco in un' intervista ad un'emittente televisiva messicana. Una presa di posizione inequivocabile e in piena coerenza con il Magistero dei Papi, il Catechismo della Chiesa cattolica e la Tradizione. Le reazioni di segno opposto a questa limpida e coerente affermazione del Pontefice dimostrano quanto sia spesso strumentale il modo in cui si ascoltano le riflessioni dei pontefici. Ogni Papa riafferma il millenario insegnamento della Chiesa sull'essere umano, la vita e la famiglia. Aspettarsi che i pontefici dicano quanto alcuni vorrebero sentirsi dire equivale a tirare la bianca veste da una parte o dall'altra e ciò contraddice una onesta conoscenza di quanto la Chiesa predica fin dai suoi albori. Per questo è utile risalire alle origini del suo insegnamento secondo il diritto naturale e le Scritture. Nella “Christus vivit” il Papa ha recentemente fatto notare che tante persone, soprattutto giovani, esprimono un esplicito desiderio di confronto sulle questioni relative alla differenza tra identità maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all’omosessualità.
Il Pontefice riconosce che il corpo e la sessualità sono essenziali per la loro vita e loro identità. Tuttavia, in un mondo che enfatizza esclusivamente la sessualità, è “difficile mantenere una buona relazione col proprio corpo e vivere serenamente le relazioni affettive”. Perciò Francesco mette in guardia dal fascino per comportamenti a rischio come strumento per esplorare se stessi, ricercare emozioni forti e ottenere riconoscimento. In molte persone sono impressi nell’anima, “i colpi ricevuti, i fallimenti, i ricordi tristi”, osserva il Papa citando “le ferite morali, il peso dei propri errori, i sensi di colpa per aver sbagliato”. Gesù è vicino alle “croci”, per offrire alle persone ferite “la sua amicizia, il suo sollievo, la sua compagnia risanatrice”, e la Chiesa vuole essere il suo strumento in questo percorso verso la guarigione interiore e la pace del cuore. Il matrimonio tra uomo e donna non è equiparabile ad altre forme di unione. In un'udienza generale all'inizio del suo pontificato, Francesco aveva chiarito che il matrimonio è “il sacramento ci conduce nel cuore del disegno di Dio, che è un disegno di alleanza col suo popolo, con tutti noi, un disegno di comunione”. All’inizio del libro della Genesi, il primo libro della Bibbia, a coronamento del racconto della creazione si dice: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò… Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne”. Proseguendo poi a braccio, il Pontefice ha detto: “L’immagine di Dio è la coppia matrimoniale, è l’uomo e la donna, tutti e due, non soltanto il maschio, l’uomo, non soltanto la donna, no: tutti e due. E questa è l’immagine di Dio, e l’amore, l’alleanza di Dio con noi è lì, è rappresentata in quell’alleanza fra l’uomo e la donna. Siamo creati per amare, come riflesso di Dio e del suo amore. E nell’unione coniugale l’uomo e la donna realizzano questa vocazione nel segno della reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva“. E “quando un uomo, una donna celebrano il sacramento del matrimonio, Dio, per così dire, si rispecchia in essi: imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio con noi”. Anche Dio infatti è comunione. Le tre persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta ed è proprio questo il mistero del matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza.