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I tre cortei di un’Italia spaccata

Durante il fine settimana si sono volti tre cortei: a Milano, organizzato dal Partito Democratico del Sindaco Sala, per l’accoglienza degli immigrati, dichiarata “senza se e senza ma” a tutti, che deve essere anche “senza controlli di polizia” nemmeno quelli di identificazione in luoghi come le stazioni ferroviarie, che vengono fatti per garantire un po’ di sicurezza. O No?; ad Assisi, corteo organizzato dal M5S, per il diritto di cittadinanza a favore di milioni di cittadini che sono senza lavoro e ormai in povertà e nell’emarginazione dalla società digitale; a Roma, corteo organizzato dai Movimenti di tutela della Vita, dall’inizio alla fine naturale, che ha visto sfilare migliaia di Mamme e Papà con figli e carrozzini.

I primi due cortei che hanno certamente delle motivazioni serie, da meditare e approfondire, a mio avviso, hanno mostrato il limite ristretto di una manifestazione politica di partito, che si può sintetizzare in alcuni slogan accattivanti e demagogici, propri dei partiti politici leaderistici attuali che fanno molte promesse, senza alcuna verifica della sostenibilità delle stesse attraverso l’indicazione del reperimento delle risorse finanziarie. Le soluzioni alle importanti problematiche poste non sono “bianche o nere”, ma hanno diversi contorni di colore, che, a mio avviso, dovrebbero essere nitidi e non sfumati perché creino le condizioni di fiducia tra chi le propone e i cittadini che dovrebbero condividerle.

Il terzo corteo è stato organizzato da diversi movimenti della Famiglia e della società civile: Citisengo, Provita onlus, Popolo della vita, Militia Christi, Universitari per la Vita. Tutti in corteo per la difesa della Vita, rivolgendosi non a una parte della società ma a tutti indistintamente, in quanto persone. Alcuni messaggi che riportiamo: “La Vita è un bene di tutta l’umanità e va difesa per la continuità stessa dell’Uomo sulla Terra”; “Un Paese come l’Italia che non aiuta a promuovere la Vita è una nazione che muore“; “Con le nostre tasse paghiamo 250 milioni di euro l’anno per l’aborto: che è, comunque la si pensi, un omicidio, perché nessuno ha il diritto di togliere la Vita a un altro essere umano perché quella Vita non ci appartiene”.

Come cittadini, qualunque sia la religione, ma in particolare noi di fede cattolica, assistiamo colpevolmente in silenzio al più spaventoso genocidio della storia in termini di vite umane.
A tale proposito non possiamo tacere su qualche iniziativa internazionale, presa a favore della Vita, soltanto perché il politico che rappresenta quel Paese, Donald Trump, è molto discusso e osteggiato pubblicamente dalla stampa di certi poteri.
Stando ai fatti accertati, Trump ha tagliato tutti i fondi finanziari che erano previsti dall’Amministrazione precedente di Obama, a favore delle organizzazioni che promuovono l’aborto e che favoriscono, anche senza volerlo, il commercio dei feti umani che sono utilizzati nei processi produttivi delle cosmesi femminili!

A Roma, migliaia di Famiglie hanno camminato in corteo, inviando alla Chiesa e alla Politica un messaggio di richiesta di sostegno ai loro bisogni accresciuti da una sempre più estesa crisi economica e sociale.

Da cattolico laico, con il dovuto rispetto e spirito di ubbidienza, chiedo a Papa Francesco che incontrerà il Presidente Trump nella settimana prossima, che almeno sull’iniziativa della Casa Bianca di aver tagliato i fondi a tutte le organizzazioni che promuovono l’aborto, esprima il Suo pieno apprezzamento perché riguarda la tutela della Vita, che Lui ci ricorda spesso che è un “dono di Dio” e che è tanto amata nella Famiglia, in ogni parte del mondo. Il Suo messaggio al corteo di Roma, attraverso il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, è stato un forte sostegno per ogni partecipante. Poi, sulle altre questioni geopolitiche, la Chiesa faccia le Sue critiche a Donald Trump e certamente saremo pronti da laici a esaminarle, a condividerle e a sostenerle.

 

Antonino Giannone Docente di Etica professionale e Relazioni industriali

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