“La guerra è una sconfitta umana”. Papa Francesco, più volte, ha usato queste parole di grande potenza per richiamare l’umanità intera all’importanza della pace, senza alcuna esitazione o tentennamento, rivolgendo il suo pensiero soprattutto ai bambini che, purtroppo, continuano ad essere le vittime innocenti dei numerosi conflitti insensati e fratricidi che lambiscono il nostro pianeta ad ogni latitudine. Basti pensare che, secondo i più recenti dati diffusi dall’Unicef, il numero accertato dei bambini uccisi nel conflitto ucraino è aumentato del 40% mentre, in Palestina, gli infanti vittime del conflitto sono oltre tremila. Queste vite spezzate devono scuotere nel profondo le coscienze di ognuno di noi: la guerra, ad ogni latitudine, rappresenta sempre l’antitesi e la negazione del dono della vita quindi, partendo dalla nostra quotidianità, abbiamo il compito di adoperarci senza riserve per far trionfare la pace, attraverso l’uso sapiente della diplomazia, del dialogo tra Paesi e religioni diverse.
In questo frangente, i cristiani, hanno un compito fondamentale per la diffusione di una pacificazione internazionale. In particolare, tutti noi, partendo dall’insegnamento donatoci da San Francesco, dobbiamo far sì che, la bellezza del Creato, possa sempre rispondere grazie ad un concreto esempio di fraternità messo in campo da tutti coloro i quali vivono su questa terra, indipendentemente dalla latitudine o dal Paese di residenza. L’azione del poverello di Assisi, insieme a quella di tutti gli altri Santi che la Chiesa ci ha donato, deve esortare ogni governante a sedersi al tavolo della pace, mettendo davanti agli interessi particolari la tutela dell’integrità di ogni popolo.
Se, tutti insieme, in sinergia con le diverse società civili, saremo in grado di raggiungere questo obiettivo, ogni guerra, potrà finalmente diventare un lontano e bruttissimo ricordo da cui, i nostri figli e nipoti, non dovranno guardarsi. Fino ad allora però, senza alcuna esitazione, dobbiamo diffondere in ogni luogo una cultura della pace e del dialogo, affinché le armi tacciano e sul volto dei bambini possa tornare un sorriso. Ebbene, i bambini uccisi, hanno lacerato il Cuore Immacolato di Maria: consoliamola con un piccolo gesto di penitenza e invochiamola con parole semplici affinché freni l’ira di giustizia che Dio potrebbe riversare sul mondo intero.