La minaccia cibernetica incombe. Se ne sono accorti tutti. Ogni giorno si legge di iniziative volte a tutelare questa o quella realtà geografica dal rischio di un attacco informatico nella ormai sedimentata condizione di belligeranza digitale.
Succede oltre oceano, capita al di là della Manica. Queste due situazioni trovano giustificazione nella tradizionale concezione che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare“. Ma quando si scopre che qualcosa di buono lo si sta facendo anche in Francia, si è costretti ad ammettere che la linea di demarcazione tra l’impegno e le chiacchiere può essere segnata anche solo da una catena montuosa.
Tre gli episodi che hanno caratterizzato la chiusura di settembre. Il varo del Clip-Os in Francia, la nuova strategia americana di cyber war, la costituzione di una realtà militare ad hoc in Gran Bretagna. A casa nostra, intanto, nulla.
I cugini d’oltralpe vantano un organismo dedicato alla protezione strategica dei sistemi informativi nazionali. Si chiama Anssi e dietro quella sigla c’è l’Agence Nationale de la Sécurité des Systèmes d'Information, una realtà ormai quasi decennale (è stata istituita il 7 agosto 2009) che nei suoi ranghi dispone di circa cinquecento specialisti di pregio. Questi signori negli ultimi giorni hanno presentato Clip-Oa, un sistema operativo sviluppato per soddisfare le necessità di sicurezza dell’amministrazione governativa di Parigi.
Il sistema operativo è la base del funzionamento di computer, tablet e smartphone: spesso le sue falle sono all’origine di disastri tecnologici di varia caratura e sempre si prospetta come il punto di partenza per una corretta impostazione delle difese. La scelta francese è di non utilizzarne più uno di provenienza straniera e della cui consistenza non si ha prova certa.
Una decisione impegnativa e coraggiosa, ma fondamentale per spezzare la dipendenza dai fornitori e per acquisire il controllo delle informazioni fin dallo strato più basso delle dinamiche che animano gli apparati di elaborazione.
Addio Windows e sistemi Mac, addio Android e Ios: Anssi ha realizzato un nuovo software che – basato su Linux – incorpora una serie di meccanismi di sicurezza in grado di resistere all’aggressione da parte di codici maligni e al contempo permette un significativo livello di tutela delle informazioni a più elevata criticità.
Il motore di Clip-Os – secondo quanto è dato sapere – agisce mediante una dicotomia tra informazioni pubbliche e dati sensibili: la creazione di due ambienti di trattamento totalmente isolati previene il rischio di leaking e data breach (le spettrali tecniche di sottrazione – dall’interno e dall’esterno – del contenuto di archivi riservati).
La soluzione – anticipata nel 2015 in un convegno a Rennes – è frutto di dieci anni di ricerche e sperimentazioni, attività portate avanti con determinazione nella consapevolezza dell’importanza dell’obiettivo da perseguire, e la versione 5 ora disponibile è la testimonianza della serietà dell’impegno preso.
Nel frattempo l’ex Capo di Stato Maggiore delle forze armate britanniche e oggi responsabile della cybersecurity per Sua Maestà la Regina, il generale Sir Richard Barrons, ha rilasciato una serie di dichiarazioni che evocano John Belushi in “Animal House”.
In pratica il celebre “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare” è stato espresso con la comunicazione del reclutamento di duemila supertecnici per la costituzione di una forza armata cibernetica destinata ad affiancare lo sforzo militare “tradizionale”.
Negli Stati Uniti, invece, il presidente Trump ha appena presentato la nuova strategia nazionale in tema di difesa dalle minacce tecnologiche che impensieriscono il pianeta. La possibilità di reazione istantanea e contrattacco mirato va a modificare quelle mai scritte regole di ingaggio nel settore delle offensive hacker.
Mentre altrove ci si attrezza con ingegno e volontà, in Italia l’unica minaccia telematica sembra essere WhatsApp e l’unica preoccupazione la sua micidiale possibilità di far girare un file audio inopportuno capace di guadagnare attenzione e sdegno nell’opinione pubblica.
Meno male. Siamo proprio fortunati.