Dal 6 agosto per usufruire di alcuni diversi servizi bisogna presentare la certificazione verde Covid-19, il cosiddetto green pass. Poiché la vaccinazione è libera, servono strumenti per salvaguardare i cittadini più fragili, quelli che possono essere colpiti più duramente dal Covid. In questo periodo una delle questioni più importanti è la difesa della propria e dell’altrui salute.
La libertà di non vaccinarsi e nello stesso tempo l’ottemperare a questo atto solidaristico molto importante hanno fatto così che si mettesse in campo il green pass. E’ un po’ come la patente di guida: non puoi portare un veicolo senza avere la patente, perché devi essere in grado di controllare il mezzo senza incidenti con altre macchine o con le persone.
Ci sono dei servizi, come bar e ristoranti, che si dicono contrari al green pass temendo che questa regola possa avere l’effetto di bloccare l’offerta, poiché serve la verifica del certificato. Ma questo strumento può invece essere d’aiuto all’offerta dei servizi sul mercato, perché grazie al certificato verde questi posti si possono frequentare più tranquillamente.
I cittadini vengono da un periodo in cui hanno vissuto il lockdown e le chiusure, per cui si è diffusa una certa insicurezza. E nell’economia se ne sono già avuti i primi segnali: nel settore del turismo c’è stato il boom delle seconde case e delle case dove andare a passare le vacanze rispetto all’albergo, perché i cittadini sono in cerca di ambienti “Covid free”.
Allora per alberghi, ristoranti e bar il green pass è una sorta di “patente” che questi sono luoghi che si possono frequentare perché, grazie a questa regola, sono “Covid free”. Il certificato verde è quindi un aiuto all’intermediazione di mercato.