Rivolgo un grazie grande e di cuore al nostro Papa Francesco che ha abbracciato come un nonno 20 giovani ragazze nigeriane, ucraine, albanesi e rumene, liberate dalla schiavitù della prostituzione grazie all’instancabile opera della Comunità Papa Giovanni XXIII. Quando ha suonato il campanello della casa di via Pietralata ed è entrato, le giovani ignare di questa visita sono scoppiate in un pianto di gioia. L’ascolto delle loro storie, le violenze subite, le sevizie, le minacce ripetute hanno commosso il viso attento e paterno del Pontefice. Per circa un’ora e mezzo è rimasto con loro, insieme a Mons.Fisichella, delegato per il Giubileo della Misericordia, e ad alcuni operatori della Comunità. Settimanalmente escono in strada nelle 21 unità contro la tratta che sono presenti in Italia.
Il Santo Padre ci ha spronato a continuare in questa condivisione così importante e coraggiosa. Ha chiesto perdono per tutti i credenti che abusano di queste sorelle; ha chiesto che i legislatori non siano indifferenti, ma che tutelino la dignità delle donne. È stato l’incontro di un Pastore che sa riconoscere l’odore delle sue pecore, ed in particolare quelle più scartate e sfruttate. Abbiamo cantato e pregato insieme un bel canto in spagnolo, abbiamo fatto merenda come in famiglia.
È stato per noi un dono meraviglioso, che suggella l’intuizione profetica di don Oreste Benzi nostro fondatore: già 25 anni fa Don Oreste scendeva in strada. Chiedeva a queste giovani non quanto vuoi, ma quanto soffri: non sempre era compreso ma convinto dell’ingiustizia che veniva compiuta, perché, come amava ripetere, nessuna donna nasce prostituta ma c’è qualcuno che ce la fa diventare.
Il Papa ha ascoltato anche la proposta della Papa Giovanni XXIII “questo è il mio corpo”, per fermare la domanda del sesso a pagamento. Si tratta di una campagna per la liberazione delle donne vittime della tratta e dello sfruttamento; si basa sul presupposto del riconoscimento che la prostituzione viola la dignità e i diritti umani della donna, e che nella riduzione in schiavitù e nello sfruttamento del racket i clienti sono complici.
Con la Benedizione Apostolica di Francesco abbiamo ricevuto un forte invito a camminare come popolo, insieme ai nostri pastori, affinché non lasciamo più soffrire nessuno da solo. Affinché oltre a mettere la spalla sotto la croce possiamo continuare a dire a chi fabbrica le croci di smetterla, perché più nessuna bambina possa essere venduta e sfruttata. Grazie Santo Padre continuiamo a pregare per Lei per il Suo ministero così fondamentale per l’umanità, quello di portare l’Amore misericordioso di Gesù nelle periferie del mondo.