Dopo un percorso assai travagliato, la nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen è stata varata con il 51% dei voti dei membri del Parlamento europeo e varie spaccature interne ai partiti. Si tratta della percentuale più bassa di sempre, superiore di pochi voti al minimo necessario. Guardiamo alle principali novità sostanziali annunciate dalla Von der Leyen nel suo discorso di insediamento. I 27 commissari scelti sono stati tutti destinati non solo ad amministrare i loro budget, ma ad adoperarsi per raggiungere obiettivi cruciali per la sopravvivenza dell’Europa. Innanzitutto la nuova Commissione adotta i tre pilastri del Rapporto Draghi per la competitività (innovazione, de-carbonizzazione e sicurezza). All’interno di questi obiettivi, c’è l’impegno di promuovere nei primi 100 giorni del mandato un Clean Industrial Deal che, confermando la lotta al cambiamento climatico, si adoperi a delineare una transizione più realistica e condivisa dal mondo europeo dell’industria, con particolare riferimento all’industria automobilistica e a quella farmaceutica. In relazione al tema sicurezza, non c’è solo l’inevitabile aumento delle spese per la difesa da concordare, ma occorre lavorare per un aumento della sicurezza delle filiere produttive. Questo implica attenzione al tema degli investimenti, che richiede un’accelerazione dell’Unione Finanziaria, già delineata da Draghi quando era governatore della BCE, ma mai compiutamente realizzata. Sul piano sociale, ci sarà un nuovo commissario dedicato al problema della disponibilità di abitazioni a prezzi contenuti e un nuovo commissario per il Mediterraneo, anche collegato al tema migrazioni e al tema della partecipazione delle amministrazioni locali (regioni, città metropolitane) alla formulazione delle politiche europee, un compito questo affidato a Raffaele Fitto. La nuova Commissione ha anche dedicato altri commissari a questioni di fondamentale importanza, come l’osservanza delle regole del diritto, che garantisce giustizia e libertà per tutti, l’equità di genere, il dialogo fra generazioni, la semplificazione burocratica, la riforma del Trattato europeo (che rappresenta la Costituzione della UE e ha necessità di essere aggiornata).
Anche chi aveva una superficiale conoscenza dei settori di intervento (ministeri) precedenti della Commissione, può misurare da quanto sinteticamente detto sopra la grande differenza che la Commissione attuale incarna. Si è passati da un’insistenza quasi maniacale al mercato, alla concorrenza e alla moneta unica, alla proposizione di una profonda trasformazione economica, accompagnata da impegni mai presi in passato per assicurare la distintività della società europea in campo politico (funzionamento della democrazia) e sociale (benessere dei cittadini e attenzione a evitare/correggere squilibri vari, di genere, di capacità, di età, di territorio, di ricchezza). Sappiamo quanto difficile sia il raggiungimento di questi obiettivi, ma avere un governo europeo che si impegna in questa direzione è fonte di speranza, in un mondo dove sono gli stessi obiettivi ad essere messi in discussione o del tutto negati da troppi Stati.