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Giovani e consumo di droghe: c’è scarsa consapevolezza sul fenomeno

Foto di Clement Souchet su Unsplash

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, lo scenario relativo alla diffusione e al consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope tra gli adolescenti e i giovanissimi, ha fatto segnare un marcato aumento tantoché, il 23% di loro, ne ha fatto uso in misura variabile nell’ultimo anno. In particolare, si conferma un trend in crescita dell’assunzione di cocaina e in generale di sostanze psicoattive, ad eccezione della cannabis, la quale ha fatto registrare un lieve decremento nella prevalenza dei consumi rispetto alle rilevazioni degli anni passati, con un contestuale aumento degli utenti nei vari Serd ad ogni latitudine del Paese.

Nel dettaglio, i problemi che preoccupano, sono diversi ma emerge in maniera accentuata una scarsa consapevolezza sulla gravità del fenomeno e sulle conseguenze correlate. Inoltre, a tal proposito, soprattutto per quanto concerne l’uso dei cannabinoidi, tende a delinearsi un atteggiamento di tolleranza molto insidioso in quanto, l’assunzione degli stessi, soprattutto nell’età dello sviluppo, causa danni cognitivi permanenti alle funzioni intellettive, attentive e mnestiche, provocando anche deficit alla cosiddetta “memoria episodica”, andando a modificare il volume e la forma dell’ippocampo e incrementando la possibilità di sviluppare disturbi psichiatrici.

Tutto ciò deve obbligatoriamente farci riflettere perché, oltre alle sostante precedentemente citate, è in aumento anche l’uso delle cosiddette “NPS”, acronimo di Nuove Sostanze Psicoattive le quali, appartenenti alle classi dei catinoni, delle arilcicloesilammine, dei cannabinoidi sintetici e delle benzodiazepine, non essendo ancora classificati dallo SNAP e, di conseguenza, più difficili da rilevare, rappresentano un grande pericolo per coloro che ne fanno uso e occorre quindi che, le istituzioni, tengano sempre più alta l’attenzione.

Questi dati pertanto, nella loro gravità, devono spingere i soggetti pubblici e privati preposti, ad agire in rete, senza mai abbassare la guardia ed evitando ad ogni costo pericolose derive di tolleranza verso dannose sostanze stupefacenti. Non esistono “droghe leggere” o “droghe pesanti”, ma solamente droghe pericolose, non solo per coloro che ne fanno uso, ma anche per i danni che provocano all’intero tessuto sociale. Occorre quindi agire sul fronte dell’educazione, della prevenzione e della cura per accompagnare le persone e le loro famiglie in un’ottica di fuoriuscita dal tunnel delle dipendenze, preservando sempre il valore e la dignità della vita.

Claudio Marcassoli: