Gli anziani rappresentano il fulcro di ogni società: sia nei paesi in via di sviluppo che nelle economie più avanzate e, la loro saggezza, accumulata durante le epoche passate, è fonte di preziosa ispirazione per tutti noi. Ciò premesso, occorre sottolineare che, il loro contributo alla comunità, necessita di essere ulteriormente valorizzato, facendo sì che possano disporre di tutti i mezzi necessari per vivere una quotidianità tranquilla e, nello stesso tempo, poter essere portatori di cultura, storia personale e tradizioni per accrescere il bene comune attraverso il principio che definirei di “fraternità attiva”.
A tal proposito, un ingrediente fondamentale per il conseguimento di tale obiettivo, è rappresentato dalla solidarietà intergenerazionale, ovvero nelle relazioni proficue tra generazioni diverse e temporalmente lontane, le quali però, devono essere imperniate sul rispetto e sul supporto morale, al fine di rendere la nostra “Casa comune” un luogo migliore e più attento ai membri più deboli della nostra società, verso i quali è imperativo tendere la mano, senza alcuna esitazione.
Inoltre, la creazione di momenti di discussione tra anziani e giovani, attraverso una proficua riflessione tesa al miglioramento reciproco, contribuisce ad accrescere nei primi la consapevolezza e l’orgoglio di essere parte attiva della società, contribuendo così a renderla migliore. Alla luce di ciò quindi, occorre ribadire che, il benessere nei nostri anziani, deve essere messo sempre più al centro di ogni agenda politica e sociale, attraverso nuove forme di welfare finalizzate a una presa in carico a tutto campo e, di conseguenza, focalizzata sulle esigenze quotidiane di ognuno di loro, puntando al benessere globale. Così facendo, si potrà contribuire ad attuare sempre di più quell’essere “pellegrini di speranza” che, con grande lungimiranza, costituisce il fondamento del Giubileo che stiamo vivendo.