La cronaca nazionale e internazionale degli ultimi mesi, purtroppo, ha rimesso al centro il tema della violenza contro le donne e dei femminicidi. I dati recentemente pubblicati da UN Women hanno evidenziato una desolante realtà: nel mondo, una donna su tre ha subito violenza sessuale o fisica almeno una volta nella vita e l’86% vive in Paesi in cui non vi è nessuna forma di protezione legale contro la violenza. Queste cifre dietro a cui si celano delle vite spezzate e delle vicende di ordinaria violenza e lesione quotidiana della dignità di tante donne e madri, sono sinonimo di una grande regressione culturale, dove stanno tornando a predominare degli stereotipi che, nelle democrazie più consolidate, si credevano ormai definitivamente superati.
La società civile nella sua totalità, attraverso l’educazione e la prevenzione delle giovani generazioni, ha il compito di dare il via a una rivoluzione culturale che metta la salvaguardia e la tutela delle donne al centro di ogni decisione futura. Papa Francesco con parole di grande impatto e levatura, ha ricordato a tutti noi che “la violenza sulle donne deve essere contrastata con un’azione educativa che ponga al centro la persona con la sua dignità”. La comunità cristiana, quindi, deve essere vicina alle vittime delle tragedie che, sempre più spesso, stanno lambendo la nostra società. Servono specifici luoghi dove possa essere fornito il supporto fisico e psicologico necessario a queste persone. L’amore deve tornare ad essere la bellezza del dono, questo è il presupposto fondamentale da cui partire per fondare una nuova società in cui, il possesso e la violenza, siano definitamente estirpati con la forza dell’empatia e del rispetto reciproco, di cui gli uomini devono essere fieri portatori.