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Ecco le tre sfide più importanti per l’etica nel 2021

Il 2021 porta con sé non poche sfide etiche e bioetiche. Vi è la necessità di assicurare a tutti, con la pandemia ancora in corso, cure adeguate e proporzionate, indipendentemente dall’età o da condizioni di disabilità. C’è bisogno di riflettere con meno approssimazione di quanto si sia fatto finora sulle modalità di distribuzione del vaccino, cominciando dai più vulnerabili e bisognosi: taluno vorrebbe invece tenerli fuori dalle priorità della profilassi, come un anno fa voleva estromettere dalle terapie intensive.

Si deve continuare a mantenere l’equilibrio vitale tra la tenuta dei sistemi sanitari e la salvaguardia della salute mentale, relazionale, affettiva dei cittadini, e il loro livello di impoverimento e indebitamento, tutt’altro che estraneo a considerazioni etiche. Tra i campanelli d’allarme risuonati nel 2020 vi è quello del deficit di approfondimento su tali questioni cruciali: un deficit confermato dalla debolezza del profilo “politico”, il cui spazio è, per colpevole abbandono da parte della politica, interamente occupato dalla tecnica, cui viene delegato un potere illimitato sulle vite e le libertà di ciascuno: poco cambia se attraverso “comitati tecnico-scientifici” o “commissari a…”.

Ma non ci sono solo le sfide della pandemia. Vi è l’ambiente, che attende di essere considerato all’interno di una “ecologia integrale”, ovvero di una prospettiva che consideri e non demonizzi la presenza della persona umana. Una prospettiva di equilibrio lontana sia dall’ideologia ambientalista – dietro la quale operano ormai gruppi di interesse economico-finanziario rilevantissimi, tesi a sfruttare i benefici e i sussidi della “transizione green” -, sia dall’”ideologia dell’indifferenza”: entrambe, sebbene in modo diverso, confluiscono in quella cultura dello scarto che non riconosce il valore intangibile della vita umana.

Vi è la famiglia: la società naturale, costituita da un uomo e da una donna, e aperta alla vita e all’accoglienza, sulla quale, a partire dal «modello, la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe» Papa Francesco ha chiesto di riflettere particolarmente nel 2021; non ideologicamente ma esistenzialmente, considerandola cioè per quello che rappresenta per ciascun essere umano («È bello riflettere sul fatto che il Figlio di Dio ha voluto aver bisogno, come tutti i bambini, del calore di una famiglia»), ovvero il luogo ove si sperimenta la gioia vera dell’amore.

Per una singolare coincidenza l’anno della famiglia Amoris laetitia, indetto da Papa Francesco potrebbe essere l’anno in cui rischia di essere approvata in Italia una delle leggi in assoluto più liberticide, il testo Zan sulla c.d. omotransfobia che, approvato in prima lettura alla Camera, è ora all’esame del Senato. Una legge che, qualora entrasse in vigore, finirebbe per punire con il carcere e con sanzioni accessorie invasive l’espressione di legittimi convincimenti proprio sulla famiglia, la genitorialità, la sessualità.

Il 2021 non si prospetta pertanto un anno facile sui temi eticamente sensibili, ma nemmeno più difficile di altri quanto all’attacco al vero, al buono, al giusto, al bello. Dipende anche da ciascuno di noi, e dall’impegno che vorremo spendere, con generosità e coraggio.

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