“Stessa spiaggia, stesso mare” cantava Piero Focaccia qualche anno fa. I genitori dei bambini con autismo potrebbero cantare “Stessa estate, stessi problemi”. Ebbene sì, siamo all’inizio di una nuova estate e si ripresentano gli stessi problemi di quelle passate. Cosa ne facciamo dei nostri bambini? Dove li mandiamo? Ma è possibile che non si riesca a trovare una soluzione? Ogni anno per la fine della scuola i Comuni, le Parrocchie, le Associazioni sportive, organizzano Centri Estivi che sono per i bambini e i ragazzi un’importante occasione di socializzazione, divertimento e svago, oltre che un sollievo e un bell’aiuto per mamme e papà al lavoro. Il problema è che i nostri bambini non possono accedere ai centri estivi se non con la presenza di un educatore dedicato (sempre che si trovi) e nella maggior parte dei casi a carico delle famiglie (si chiama “compartecipazione alla spesa…”). Capite che pagare un educatore oltre venti euro all’ora diventa improponibile. Manca una progettazione di continuità educativa durante tutta l’estate: finita la scuola, le famiglie sono abbandonate a loro stesse. Per non parlare dei ragazzi grandi per i quali c’è il deserto.
Eppure, qualche esempio virtuoso c’è. Leggevo qualche giorno fa che il Comune di Collegno, insieme alle scuole, si sono uniti per aiutare le famiglie con minori con disturbo del neurosviluppo. Per cinque settimane nelle scuole parte il primo Centro Estivo che accoglierà bambini con autismo. Il Comune, infatti, garantirà il servizio di assistenza specialistica favorendo la continuità didattica e relazionale utilizzando le stesse figure di riferimento che seguono i bambini e ragazzi durante l’anno scolastico. I ragazzi più fragili faranno le stesse esperienze di tutti i compagni, rispettando però i loro tempi. Una vera e propria esperienza di coprogettazione e integrazione. Questa è un’idea meravigliosa! Collegno è un paese di 48 mila abitanti della città metropolitana di Torino..sarà che dobbiamo trasferirci tutti a Collegno?