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Ecco quanti sono i cittadini che vivono in povertà

Il dato riguardante le famiglie in stato di povertà è clamoroso. Attualmente, ci sono cinque milioni e mezzo di cittadini che vivono in povertà. Un ulteriore dato drammatico, che non si dice quasi mai, riguarda un milione e mezzo di bambini che vivono questa condizione drammatica. Ciò non è sbagliato solamente dal punto di vista etico e morale, ma rappresenta anche un disinvestimento per il futuro in quanto, i ragazzi che crescono in povertà, avranno più difficoltà ad avere elementi intellettivi ed intellettuali all’altezza di un paese come il nostro che, invece, ha bisogno di dirigenti, responsabilità e professionalità.

Rispetto a questi temi, siamo fortemente preoccupati e dovrebbero esserlo tutti, a partire ovviamente da chi governa. Siamo rimasti delusi dal fatto che, di fronte a tali dati, non si intervenga in diverse in direzioni molto importanti, con l’obiettivo di dare innanzitutto un aiuto alle famiglie, invece di parlare di modificare o togliere il Reddito di Cittadinanza. La situazione è drammatica e, oltretutto, è aggravata dall’attuale situazione riguardante l’aumento delle bollette e dall’inflazione. Quindi, bisognerebbe parlare di questi temi, piuttosto che di massimale del contante.

È necessario sostenere le famiglie che si trovano in difficoltà, agendo sul Reddito di Cittadinanza ed eliminando l’Iva sui prodotti agroalimentari di prima necessità, che rappresentano il consumo principale delle famiglie, soprattutto di quelle meno abbienti. Inoltre, in riguardo al costo delle bollette, bisognerebbe aumentare l’Isee, ossia l’indicatore del reddito delle famiglie, portandolo dagli attuali 12 mila a 15 mila o 20 mila euro per le famiglie numerose, al fine di poter avere lo sconto di circa il 25% – 30% su tutte le bollette. Oltre a ciò, in termini strutturali, bisogna aiutare le famiglie attraverso il lavoro. Quindi, è necessario accelerare fortemente gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al fine di poter dare lavoro ai disoccupati e al sud del nostro Paese che ha alti tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile. Queste sono prime ma fondamentali misure per dare ossigeno alle famiglie.

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