Tra le problematiche che minano la stabilità e la serenità di questa fondamentale realtà c’è la preoccupante crisi del lavoro, su cui ogni Diocesi dovrebbe continuare a riflettere e intervenire con le proprie possibilità. E pertanto, in questo momento storico la nostra responsabilità di credenti è di enorme rilevanza. La Chiesa non guarda la realtà da un castello di vetro per giudicare le persone, ma intende osservarla da vicino, senza paraocchi, e sente che non può fermarsi a un annuncio del Vangelo teorico e sganciato dai problemi veri. Ecco perché lo sguardo dei credenti si volge con attenzione amorevole verso le cosiddette situazioni irregolari, i separati, i divorziati risposati, i matrimoni civili e le convivenze, situazioni spesso vissute con grande disagio umano e spirituale, sulle quali il Sinodo intende riflettere cogliendone gli “elementi positivi” laddove siano eventualmente presenti.
Diventa sempre più frequente la pratica delle convivenze, che non sempre mettono in discussione il futuro matrimonio; anzi talvolta è celebrato con più solennità. Questo comportamento, praticato anche da membri di associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali, impedisce di vivere evangelicamente i molteplici aspetti della vita sponsale tra uomo e donna, quali la genitalità, l’apertura alla vita, oltre a costituire una pubblica irregolarità che ostacola la frequenza dei sacramenti della Confessione e della Comunione eucaristica. Non bisogna tuttavia perdere la fiducia: ogni difficoltà può convertirsi in opportunità, purché si ricerchi sinceramente la verità e si cammini con buona volontà.