Negli ultimi giorni si sono verificati diversi aumenti sulla benzina. Dietro ad essi c’è la volontà di qualcuno continuare a guadagnare e a speculare dietro al problema dell’energia e, nello specifico, a quello dei carburanti. Il prezzo attuale del petrolio non è certamente a livelli molto elevati come lo è stato nel 2022 e, di conseguenza, non giustifica gli attuali incrementi stratosferici dei carburanti. In altre parole, considerati i flussi molto elevati di persone su strada dovuti alle vacanze, qualcuno se ne sta approfittando e si sta verificando una speculazione che, secondo i calcoli effettuati, arriva a 20 centesimi al litro. In Italia si consumano, in media, 40 miliardi di litri di carburante all’anno e quindi, la cifra totale proveniente dalla speculazione, si aggira attorno agli 8 miliardi di euro, che ingiustamente gravano sui cittadini, sulle famiglie e di tutti coloro che si servono di una vettura.
Il governo, in questo frangente delicato, siccome è anche proprietario dell’Eni, dovrebbe farsi spiegare la motivazione di questi aumenti e il perché vengono praticati anche da lei, predisponendo un tavolo apposito con tutti i ministri interessati. Inoltre, si può mettere in campo l’operazione già fatta dall’esecutivo Draghi, ovvero sterilizzare per un periodo di tempo 31 centesimi di accise sulla benzina e sul gasolio, fino a quando non c’è un riavvio della produzione industriale e degli indicatori economici decisamente diversi da quelli attuali.