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Ecco come nasce l’allarme poliomielite dell’Oms

L’allarme che è stato lanciato in questi giorni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la ricomparsa della poliomielite è avvenuto a seguito della segnalazione di alcuni casi di malattia, tra di loro virologicamente correlati, osservati in soggetti non vaccinati negli Stati Uniti, in Israele e nel Regno Unito. In particolare, nel Regno Unito è stata anche documentata la presenza del virus della poliomielite nelle acque fognarie della città di Londra e, dal momento che l’unico serbatoio del virus è l’uomo, questo chiaramente indica l’esistenza di casi non riconosciuti di questa malattia.

La poliomielite è una grave malattia infettiva che in un certo numero di casi può portare alla paralisi flaccida. Descritta per la prima volta nel 1789 da Michael Underwood nel Regno Unito, ha avuto ampia diffusione nell’Europa e negli Stati Uniti nel XIX e XX secolo. In Italia era presente negli anni ’40 e ’50 del Novecento e nel 1958 sono stati notificati oltre 8000 casi. L’ultimo caso notificato in Italia è stato nel 1982, questo grazie alla massiccia campagna vaccinale che è stata attuata e che ha utilizzato due tipi di vaccini: quello inattivato di Salk, somministrato per via intramuscolare e quello vivo attenuato di Sabin, dato per via orale. Se effettuata regolarmente la vaccinazione anti polio porta ad un’ottima protezione, come è stato dimostrato dall’eradicazione della malattia avvenuta ormai da decenni in Europa e negli Stati Uniti. La vaccinazione anti polio è una delle dieci vaccinazioni obbligatorie in Italia in età pediatrica e, stante l’attuale situazione epidemiologica viene utilizzato il vaccino inattivato e non più quello vivo attenuato. La poliomielite è ancora diffusa in alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia ed i casi che si osservano oggi in Europa e negli Stati Uniti sono avvenuti in soggetti non vaccinati. Sono anche a rischio di malattia i soggetti che non hanno completato il ciclo vaccinale che, come è noto, prevede più somministrazioni del vaccino a scadenza periodica. Un importante aspetto, che forse non viene adeguatamente considerato per spiegare la mancata vaccinazione anti polio e più in generale nei confronti di altre malattie in età pediatrica, è rappresentato dall’attuale pandemia COVID-19.

Infatti, come è stato autorevolmente più volte sottolineato dalle società scientifiche e dagli organismi internazionali, la pandemia può aver indotto un certo numero di genitori a non effettuare con regolarità le vaccinazioni (anti polio ed altre), mettendo così a rischio i più piccoli nei confronti di queste malattie. È uno scenario particolarmente inquietante perché potrebbe in futuro mettere a rischio di malattie perfettamente prevenibili un numero considerevole di individui. La paralisi flaccida, che è la maggiore complicanza della malattia, colpisce l’1% dei malati, il 5-10% di essi presenta una forma di meningite, mentre il 90% manifesta sintomi del tutto aspecifici, simili a quelli dell’influenza e di altre infezioni virali respiratorie. Tutti i pazienti colpiti dalla poliomielite però, indipendentemente dalla sintomatologia, possono trasmettere il virus attraverso un contagio che avviene per via oro-fecale, con l’acqua, i cibi contaminati, la saliva ecc.

L’allarme dell’OMS è quindi pienamente giustificato, proprio perché i singoli casi oggi segnalati indicano che si è aperta una breccia nella popolazione generale, quasi certamente a seguito di una diminuzione della copertura vaccinale e questi casi, anche se numericamente esigui, possono rappresentare la punta di un iceberg che copre un numero significativo di altri casi non riconosciuti (perché presentano una sintomatologia aspecifica) che sono in grado di trasmettere il virus. Di fronte a questa situazione di allarme, anche se non ancora di emergenza, l’unica soluzione oggi è quella di effettuare la vaccinazione anti polio in maniera capillare in chi non si è ancora vaccinato ed anche in chi non ha completato il ciclo vaccinale. Una positiva risposta massiccia in questo senso può bloccare sul nascere il ritorno della poliomielite, la cui eradicazione da tutti i paesi del mondo era ed è un obiettivo perseguibile e facilmente raggiungibile e in tempi brevi grazie alla vaccinazione.

Prof. Roberto Cauda: