Il disastro di Chernobyl è stato un evento tragico, che ha sancito il passaggio dall’energia nucleare ad uso militare a quello civile. Tutto il mondo è stato investito dalla ricaduta della radioattività provocata da questo incidente avvenuto nell’allora Unione Sovietica. Prima di questo drammatico evento, l’energia nucleare, aveva una predominanza di utilizzo in ambito militare e, tutto ciò, ha innescato una riflessione profonda in riguardo alla conversione ad un’energia per scopi pacifici. In un certo qual modo, per l’età contemporanea, Chernobyl, è stato un punto di svolta: dopo di allora, tale energia, non è più stata di morte, com’era già stato a Hiroshima e Nagasaki, ma ha iniziato a diventare uno strumento di pace.
Nel 1986, le centrali nucleari operanti in tutto il modo erano quasi 400. Dopo quell’evento tragico, c’è stato un salto di qualità molto forte in materia di sicurezza e, di conseguenza, la normativa e i vincoli da rispettare in tal senso per il maneggio dei radioisotopi, è aumentata in maniera tangibile in ambito civile. In riguardo agli usi in campo militare invece, l’anno dopo Chernobyl, c’è stato l’avvio del disarmo nucleare attraverso l’accordo Reagan – Gorbaciov, segnando così un cambio di passo di portata storica.
Civiltà dell’Amore è composta da scienziati e accademici e, allora come oggi, il nostro pensiero affinché vi sia sempre di più un utilizzo dell’energia nucleare di pace, la quale però, deve partire innanzitutto dal disarmo e dalla conversione. Tale fonte energetica, è stata scoperta nell’ottobre del 1934 da Enrico Fermi e, da allora, sono trascorsi novant’anni. Da parte nostra, intendiamo recidere il cordone tra uso civile e militare di questa energia: solo così potrà essere messa definitivamente al servizio positivo dell’umanità per far superare a tutti la paura e governarla con sicurezza. I ragionamenti e le scelte di coloro che vogliono continuare a sviluppare il nucleare in campo militare però, devono essere portati a desistere in nome della pace e della convivenza fraterna tra i popoli in nome di una acquisizione di civiltà.