La situazione sul versante del diritto alla casa, in Italia, purtroppo, è molto negativa. Gli ultimi dati in merito hanno confermato che, da molti anni, non si fanno più investimenti nell’edilizia residenziale, ma soprattutto in quella popolare, ovvero ad affitto concordato. L’ulteriore carenza che si riscontra è l’immobilismo del mercato: ci sono moltissimi appartamenti, in particolar modo nelle città metropolitane, che non vengono messi sul mercato e, di conseguenza, rimangono sfitti. Ciò procura un incremento piuttosto notevole del costo degli affitti e si riflette sull’aumento delle difficoltà delle giovani coppie a mettere su famiglia e poter disporre di una casa.
La stessa cosa si riscontra anche per l’acquisto degli immobili: i mutui, negli ultimi due anni, sono saliti a costi insostenibili per via del costo del denaro che è aumentato moltissimo in seguito alle decisioni prese dalla Bce con l’intento di ridurre l’inflazione, fattore che colpisce soprattutto le famiglie più indigenti. Quindi, riassumendo, sia gli affitti che i mutui sono molto elevati, con incrementi pari a più di tremila euro annui per quelli a tasso variabile e contratti molto più dispendiosi per quelli a tasso fisso. Tutti questi fattori hanno dato luogo a una situazione molto poco positiva per coloro che vogliono mettere su casa o cambiarla.
Ci sono diverse misure da mettere in campo per favorire la fruizione del diritto alla casa: la prima è la moral suasion che il governo potrebbe fare nei confronti delle banche per poter abbassare il tasso dei mutui, in attesa che l’inflazione diminuisca. Il secondo fattore è costituito da un finanziamento ulteriore del mutuo agevolato per i giovani con rate meno elevate. Occorrono però gli investimenti adeguati alla costruzione di alloggi popolari rivolti ai giovani come, purtroppo, non si fa più da decenni. Questi alloggi devono essere assegnati a chi ha veramente bisogno e non più agli amici degli amici, com’è già successo troppe volte.