Intervento

Didattica digitale e insegnamento: cosa è cambiato per i docenti

Negli ultimi anni la didattica digitale ha radicalmente trasformato l’approccio all’insegnamento e all’apprendimento nelle scuole, portando cambiamenti significativi. Queste innovazioni non solo hanno modernizzato i metodi tradizionali, ma hanno anche offerto nuove opportunità per affrontare le esigenze degli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), diventando strumenti indispensabili per una didattica più inclusiva e personalizzata. Per affrontare con competenza e alla luce dell’esperienza questi aspetti, diamo voce ad Alfredo Petralia, docente di Informatica dell’istituto San Francesco di Sales di Catania, Animatore Digitale e autore di libri sul valore e i rischi delle nuove tecnologie: “Nella Scuola Primaria la tecnologia ha iniziato a giocare un ruolo fondamentale nell’introduzione di contenuti interattivi e ludici, favorendo l’apprendimento esperienziale attraverso tablet, lavagne interattive e applicazioni educative. I bambini, in questa fascia d’età, beneficiano di attività che stimolano la loro curiosità e il loro coinvolgimento, potendo apprendere in modo più visivo e pratico rispetto alla didattica tradizionale”.

Nella Scuola Secondaria di I Grado la tecnologia ha reso le lezioni più dinamiche e coinvolgenti. L’introduzione di metodologie innovative, come la Flipped Classroom, ha cambiato la struttura classica dell’insegnamento. “In questo approccio – dice Petralia – gli studenti acquisiscono nuove informazioni a casa tramite video e materiali online, mentre in classe lavorano su esercizi pratici e attività di gruppo sotto la guida dell’insegnante. Inoltre, l’uso di strumenti digitali come le lavagne interattive e le app educative favorisce la partecipazione attiva e facilita l’accesso alle risorse didattiche in formato multimediale, che sono spesso più accessibili e “leggeri” rispetto ai testi tradizionali”.

Nella Scuola Secondaria di II Grado, l’impatto della didattica digitale è stato ancora più marcato. Gli studenti di questa fascia d’età, più autonomi e maturi, sono stati in grado di sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia, gestendo in modo più autonomo il proprio apprendimento. “Le piattaforme di e-learning come Moodle o Google Classroom – aggiunge Petralia – non solo consentono di accedere ai materiali didattici a distanza, ma permettono anche di sviluppare competenze trasversali, come l’organizzazione del tempo e la gestione delle scadenze, cruciali per la formazione accademica e professionale futura. In questo contesto, la classe capovolta e altre metodologie innovative hanno trovato una maggiore applicazione, con studenti che lavorano in modo collaborativo e partecipano a lezioni più interattive, stimolando il pensiero critico e la risoluzione di problemi reali. In entrambi i gradi scolastici, l’integrazione della didattica digitale ha avuto un impatto positivo sugli studenti con BES e DSA, che spesso necessitano di strumenti e strategie didattiche alternative. La tecnologia ha permesso loro di accedere a contenuti personalizzati, materiali adattati e risorse audio-visive che facilitano la comprensione e l’apprendimento. Software di lettura vocale, mappe concettuali digitali e strumenti di sintesi vocale sono solo alcune delle risorse utilizzate per favorire l’inclusione e migliorare le prestazioni degli studenti con difficoltà”.

In conclusione, la didattica digitale ha reso l’insegnamento più flessibile, coinvolgente, inclusivo e orientato verso lo sviluppo delle competenze del nostro tempo e del futuro. Se da una parte il suo uso ha rivoluzionato i metodi tradizionali, dall’altra ha reso imprescindibile una formazione continua per gli insegnanti, che devono essere in grado di guidare gli studenti in un ambiente educativo sempre più digitale e interconnesso.

Marco Pappalardo

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