Il dialogo tra giovani e anziani per il bene comune

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La democrazia è una responsabilità collettiva. Questo assioma, in un tempo storico in cui, troppo spesso, ci sembra di essere troppo soli per affrontare le grandi sfide internazionali e i cambiamenti della nostra epoca, è fondamentale. Gli anziani, oggi, su tale versante, devono essere i nostri maestri. Essi, nel periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale, attraverso grandi sacrifici e sofferenze, hanno saputo guadagnare molti diritti che, in questo tempo, diamo per scontati. Quindi, sulla base del loro luminoso esempio, i giovani hanno il dovere di impegnarsi civicamente, attraverso un patto intergenerazionale forte, il quale consenta loro di cambiare, influenzare e soprattutto migliorare, il futuro di tutti noi.

A tal proposito, la 50esima settimana sociale dei cattolici in Italia, in corso a Trieste, dal titolo “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”, pone l’attenzione sul tema della partecipazione, del confronto e della collaborazione tra persone diverse al fine di affrontare meglio il cambiamento e le sfide inedite che questo tempo ci porta. Noi cattolici, quindi, abbiamo il dovere di fare tesoro di questo momento di confronto, dimostrandoci capaci di ascoltare e interpretare i bisogni emergenti dei nostri territori e soprattutto delle persone con fragilità tra i quali, senza se e senza ma, ci sono gli anziani.

Essi, attraverso l’esercizio della democrazia e la partecipazione alla vita delle comunità in ogni forma, devono poter continuare a insegnare il significato più concreto dell’essere prossimi, senza rassegnarsi a vivere ripiegati su sé stessi o su egoismi di sorta. In tutti i luoghi, ad ogni latitudine della nostra penisola, dobbiamo dare attuazione concreta e quotidiana a quelle “Piazze della democrazia” che rappresentano il fulcro di questa settimana sociale. Così facendo, porremo le basi di un avvenire migliore in cui, giovani e anziani, saranno in grado di dialogare senza ostacoli per favorire il bene comune.