Categories: Intervento

Dl semplificazioni, i passaggi principali a Palazzo Chigi

Logo Interris - Dl semplificazioni, i passaggi principali a Palazzo Chigi

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Dl semplificazioni, i passaggi principali a Palazzo Chigi

Il decreto si chiama Semplificazioni, ma per arrivare alla sua stesura finale il governo deve superare un mare di complicazioni. Di tutti i tipi e nemmeno delle più semplici. Dopo settimane di stesure, discussioni e tensioni all’interno dell’esecutivo e con le parti sociali (arrivate in alcuni momenti anche ad assumere i toni dello scontro diretto), e soprattutto dopo “l’incidente” sui licenziamenti, i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per tirare le somme e rispettare la tempistica indicata dal cronoprogramma del Recovery plan.

Il provvedimento, fondamentale per proseguire praticamente con tutti i progetti del Pnrr, è atteso entro la fine del mese e il Consiglio dei ministri per l’approvazione potrebbe arrivare, come indicato dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, entro “questa settimana o nei primi giorni della prossima”. Previsioni senza nessuna vera certezza, a dire il vero.

Il primo step la cabina di regia con Mario Draghi programmata per giovedì 27 maggio. Il premier ha già indicato la strada: “Trovare un punto di incontro senza snaturare l’obiettivo di costruire l’Italia più equa e competitiva che vediamo nel Pnrr”. E da questo non vorrebbe prescindere, ne va del suo peso politico. Ma rispetto alle prime versioni, per quanto preliminari, il testo potrebbe risultare piuttosto alleggerito.

Prima di tutto dalle norme più divisive, quelle sugli appalti al massimo ribasso e sulla liberalizzazione dei subappalti. L’orientamento prevalente sembra quello di far slittare l’intero pacchetto al Ddl delega di revisione del Codice. Ma la decisione definitiva non è ancora stata presa anche perché, anche in questo caso, l’esecutivo si trova tra due fuochi: quello delle imprese, favorevoli ad una maggiore deregulation, e quello dei sindacati, scesi in piazza per protestare contro le morti sul lavoro e pronti a proclamare lo sciopero se il governo non aprirà un tavolo di confronto.

Nella maggioranza il segretario del Pd, Enrico Letta, ribadisce il proprio impegno sulla via delle semplificazioni, ma nel “rispetto della Costituzione”. Un’indicazione forte, quella dei Dem, considerando che puntano il dito contro il massimo ribasso e, sullo stesso tema, da Forza Italia, Anna Maria Bernini, propone di porvi comunque un tetto. Un passaggio chiave, al centro del vertice di Palazzo Chigi. Anche Legambiente respinge la logica del “liberi tutti”, ad essere rimandata ad un provvedimento successivo sarà la spinta alla rigenerazione dei centri storici che avrebbe consentito di demolire e ricostruire anche nelle zone “di particolare pregio storico e architettonico”, pur rispettando i parametri pre-demolizione.

Il punto sarà fatto probabilmente già oggi, ma sarà difficile non tenere conto delle polemiche che proseguono ininterrotte anche sul lavoro. I sindacati non mollano la presa e continuano a lanciare l’allarme per la potenziale “bomba sociale” che scaturirà dalle nuove norme del Sostegni-bis. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si dice pronto ad iniziative, ma il decreto è ormai in Gazzetta e la norma al centro dell’attenzione contiene solo la mediazione annunciata da Draghi sulla prosecuzione del blocco dei licenziamenti unicamente per chi da luglio accederà alla cassa ordinaria.

Nel testo finale una novità riguarda i contributi a fondo perduto che, come annunciato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, potranno raggiungere – in caso di avanzi – anche le imprese più grandi, con fatturato fino ai 15 milioni di euro (rispetto all’attuale soglia di 10 milioni). Davanti ai parlamentari della Camera, il titolare del Tesoro ha ribadito inoltre la linea Draghi accantonando la proposta Dem di una tassa di successione per pagare la cosiddetta dote per i diciottenni e che Enrico Letta torna a difendere (“per qualcuno la rendita prevale sul sudore”, dice). “Non è bene intervenire su singole componenti del sistema fiscale in quanto queste devono inserirsi in un disegno complessivo”, ha spiegato però l’ex Ragioniere. Insomma, la partita non è facile è semplificare si rivela molto complicato….

Enrico Paoli: