De Gasperi, tra memoria e impegno per il futuro

Alcide De Gasperi
Foto © Alessandro Paris

Ricordare Alcide De Gasperi nella ricorrenza dei 70 anni dalla morte, avvenuta il 19 agosto 1954 nella sua casa in Selva di Valsugana, non costituisce solamente un omaggio dovuto per l’uomo politico che ha percorso, da testimone e da protagonista, le vicende della storia e delle istituzioni nazionali in un lungo arco del novecento.

Pochi come De Gasperi, e nessuno con la sua caratura, hanno avuto la ventura di partecipare alle vicende, anche drammatiche, e alle trasformazioni istituzionali del secolo scorso. Quale giovane politico eletto in Trentino, con la rappresentanza italiana nel parlamento della Vienna asburgica, difese la identità e gli interessi di una popolazione di minoranza nel contesto di uno stato multinazionale. La sua azione politica è continuata con nuovo slancio e ampie prospettive nel contesto nazionale, a seguito della integrazione delle provincie irredente nel Regno d’Italia. Tra i fondatori del Partito popolare, concorse a definire le linee ideali della presenza politica dei cattolici e a indirizzare la loro azione politica, in coerenza con l’impostazione del popolarismo di Luigi Sturzo.

Da rimarcare questa convergenza, in una visione nazionale unitaria tra, tra il sacerdote siciliano, promotore di questa coraggiosa “avventura” politica diretta a coinvolgere i cattolici nell’impegno democratico, e l’uomo politico trentino, egualmente radicato in un convinto fondamento democratico delle istituzioni e negli ideali di una fede religiosa che vivifica e orienta l’impegno nella laicità della politica. Entrambi avversari del fascismo e dal fascismo avversati. Esule Sturzo, prima a Londra e poi negli Stati Uniti. Esule in patria De Gasperi, accolto, si direbbe idealmente rifugiato, nell’impiego nella Biblioteca vaticana, che gli consentiva di avere qualche contatto con chi aveva partecipato all’esperienza del popolarismo o si formava nelle associazioni cattoliche in rispondenza con gli ideali di libertà, di solidarietà e di democrazia.

Su queste premesse la ripresa di una intensa attività politica, da protagonista, nella tragica condizione del Paese alla caduta del regime fascista e all’esito della guerra. De Gasperi, con la Democrazia cristiana è protagonista della transizione istituzionale. Presidente del Consiglio dei ministri, all’esito del referendum che stabilisce per la nuova costituzione la forma repubblicana dello Stato, assume la responsabilità di superare le resistenze e le attese della monarchia e con determinazione convince o impone a Umberto di Savoia ad evitare ulteriori traumi al Paese e orientarsi per la via dell’esilio.

Non è la sola decisione coraggiosa, che manifesta la assunzione di responsabilità nell’interesse del Paese. Altro elemento è la ricerca di condivisione e solidarietà con gli altri partiti in coalizione anche quando l’azione politica avrebbe potuto essere decisione della Democrazia cristiana, in ragione della maggioranza conseguita nelle elezioni del 1948. L’impegno è la costruzione di istituzioni democratiche, rispettose e garanti delle libertà, che promuovano la giustizia sociale e lo sviluppo nel contesto di una economia aperta, garante della linertà di iniziativa privata e attenta all’utilità sociale. Non manca una visione lungimirante attuata con riforme organiche e coraggiose, come è per la ricostruzione o la riforma agraria. Nel campo internazionale la scelta atlantica, ispirata ai medesimi ideali di democrazia e di libertà, e strumento di costruzione della pace. E su questa lunghezza d’onda, condivisa con altri politici cattolici, come Adenauer e Schuman, la promozione di una solidarietà europea, superando le ferite delle due guerre, e la costruzione di istituzioni europee, elemento di unificazione sovranazionale.

Le fondamenta degasperiane delle istituzioni e degli indirizzi politici di fondo permangono nei loro elementi essenziali, pur nella naturale evoluzione che la storia manifesta. A questo riconoscimento si aggiunge, ancor più rilevante, la testimonianza della sua vita, che mostra quale sia stata la sua ispirazione ideale, radicata nelle fede che modella lo stile di vita personale. Si direbbe l’impegno nelle istituzioni come espressione della carità politica. Ricordare De Gasperi invita a riflettere su quale debba essere l’impegno dei cattolici nell’attuale contesto e quali espressioni possa avere per animare efficacemente la vita della comunità e delle istituzioni.