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Le cure non possono essere “disuguali”

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Tra i tanti lutti, difficoltà sociali e economiche, sofferenze psicologiche, che hanno segnato l’umanità nel corso di questa pandemia è emersa ancor più l’annosa piaga relativa alla  diseguaglianza nelle cure che del resto esisteva già prima della pandemia, ma che, in questa situazione sanitaria, ha aggravato ulteriormente la disparità, in termini di salute, tra le nazioni ricche e i paesi poveri.

Non a caso, alcune Nazioni, quali gli Stati Uniti e Israele,  hanno vaccinato quasi completamente la popolazione, mentre altre, com’anche l’Europa, hanno difficoltà a raggiungere l’immunità di gregge. Le cause sono legate a ragioni certamente di tipo economico, ma anche al numero insufficiente di vaccini disponibili sul mercato, appannnaggio, per le suddette ragioni, dei paesi con maggior disponibilità economica.

Riguardo queste problematiche, il Presidente USA Joe Biden supportato da altri Capi di Stato, quali Vladimir Putin, ha ipotizzato di togliere i brevetti e liberalizzare quindi la produzione di vaccini anti-Covid su scala mondiale. Il rationale di tale proposta parte dalla considerazione che, per arrivare ad una reale immunità di gregge, nessuno può essere lasciato indietro perché altrimenti le varianti continueranno a moltiplicarsi e che pertanto, per vaccinare tutti, anche nei Paesi più poveri, servono un maggior numero di dosi disponibili.

L’obiettivo pertanto sarebbe quello di consentire, almeno in via teorica, a qualsiasi produttore farmaceutico al mondo di produrre vaccini “copiati” senza il rischio di essere citati in giudizio per violazione della proprietà intellettuale.

Il Santo Padre ovviamente, da sempre contrario alle diseguaglianze nelle cure, nel suo recente videomessaggio al “Vax Live – The Concert To Reunite the World”, mette in guardia sui tipi di varianti, non tanto virali, quanto socio economiche.

“Una variante di questo virus, egli afferma, è il nazionalismo chiuso che impedisce, per esempio, un internazionalismo dei vaccini”, ma non è l’unica, “un’economia malata che permette che pochi, molto ricchi, posseggano più di tutto il resto dell’umanità”.

Non tutti i Paesi sono d’accordo su questa linea, a cominciare dall’Unione Europea che su questo punto si è divisa; da un lato, infatti, la Presidente Von der Leyen si è dimostrata interessata a considerare la proposta, dall’altro la Cancelliera Angela Merkel si è opposta a tale risoluzione sostenendo che la proprietà intellettuale deve rimanere tale nel futuro.

Possibilista ma con prudenza come è suo costume, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, al vertice europeo a Oporto, ha affermato: “La posizione di Biden deve essere ancora capita nella sua completezza”.

“La questione è molto più complessa” della sola liberalizzazione dei brevetti dei vaccini perché “farlo sia pur temporaneamente non garantisce la produzione dei vaccini essendo essa molto complessa; la produzione inoltre deve essere sicura e questo non viene garantito dalla liberalizzazione dei vaccini”.

Contrarie ovviamente alla proposta di liberalizzazione Big Pharma e Farmindustria che sostengono come i diritti di proprietà intellettuale e la spinta dei brevetti alla ricerca abbiano consentito di arrivare in breve tempo alla produzione dei vaccini contro il Covid 19, e che, al contrario, l’eventuale sospensione dei brevetti scoraggerà l’innovazione e la ricerca.

Tutto ciò rischia di rimanere però solo una lodevole intenzione e per i tempi di attuazione, e perché si dovrebbe essere in grado di allestire laboratori sofisticati, con tecnologia all’avanguardia, con personale altamente specializzato e con costi notevoli per l’acquisto dei componenti necessari per l’allestimento dei vaccini.

Il rischio è che non seguendo queste procedure obbligatorie si potrebbero realizzare siti di produzione meno efficienti con il pericolo di produrre vaccini meno efficaci e di aumentare anche la possibilità di contraffazione a livello generale.

Un’altra variante, spesso ignorata, comune però a tutte le malattie, e della quale troppo spesso ci dimentichiamo, è quella che ci ricorda  Papa Francesco: “Un’altra variante è quando mettiamo le leggi del mercato o di proprietà intellettuale al di sopra delle leggi dell’amore e della salute dell’umanità.

Stefano Ojetti: