Gli ultimi dati della Fondazione Gimbe confermano una diffusa ripresa della circolazione virale, peraltro sottostimata per il largo utilizzo diffuso di tamponi “fai da te”, di cui s’intravede già un impatto iniziale sui ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Al tempo stesso si assiste ad un calo delle somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili. Con l’arrivo dei mesi freddi e la permanenza al chiuso, anche senza considerare l’eventuale emergenza di varianti in grado di soppiantare Omicron 5, la circolazione virale è destinata ad aumentare, come attestano le rilevazioni della fondazione Gimbe.
Finora sono state somministrate 4.783.386 quarte dosi, con una media di 26.704 al giorno, in calo rispetto alle 30.319 della scorsa settimana (-11,9%) e con una copertura nazionale del 25% (dall’11,4% della Calabria al 37,7% del Piemonte). Secondo Gimbe, la platea per il secondo richiamo è di 19,1mln di persone di cui 12,6 milioni possono riceverlo subito, 1,7 non sono eleggibili nell’immediato perché guarite da meno di 120 giorni e 4,8 mln l’hanno già ricevuto. Sono 6,8 milioni le persone over 50 senza nemmeno una dose di vaccino. Di questi almeno 6,08 milioni sono attualmente vaccinabili, pari al 10,5% della platea (dall’8,1% del Lazio al 14,1% della Valle D’Aosta); 0,72 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari all’1,3% della platea (dallo 0,8% della Valle D’Aosta al 2,2% del Friuli Venezia-Giulia). Sono 7,38 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster. Di questi 5,31 milioni possono riceverla subito, pari all’11,1% della platea (dal 7,1% del Piemonte al 18,9% della Sicilia); 2,07 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 4,3% della platea (dal 2,5% della Valle D’Aosta al 6,7% del Veneto).
Il virus accelera la sua corsa, quindi. La principale via di trasmissione di SARS-CoV-2 è aerogena. Sotto il profilo di sanità pubblica la massima importanza deve essere attribuita alle droplets, goccioline di muco e saliva (del diametro > 5-10 µm) emesse con il respiro, parlando, tossendo e starnutendo, che usualmente hanno un raggio di caduta al suolo entro 100-150 centimetri, per cui si assume che il distanziamento (1-1,5 m) fra le persone sia il più efficace metodo di prevenzione. Nel periodo di incubazione (intervallo fra esposizione al virus e inizio dei sintomi, di 4-5 giorni mediamente) il momento di massima infettività è nei 2-3 giorni precedenti la comparsa di sintomi, il declino dell’eliminazione del virus inizia intorno a 7 giorni ma nei casi più gravi è protratto oltre 2 settimane. La situazione attuale necessita di attenta sorveglianza. In particolare sul fronte della pressione sugli ospedali, la fondazione Gimbe certifica che il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è dell’11% in area medica (dal 6,1% della Sardegna al 30,4% dell’Umbria) e del 2,5% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Molise e Valle D’Aosta al 4,6% dell’Emilia-Romagna). Salgono anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 31 ingressi al giorno rispetto ai 25 della settimana precedente. A differenza della SARS, in cui i sintomi compaiono rapidamente, dopo 2-3 giorni dall’esposizione e quindi si possono considerare infettanti praticamente solo i casi sintomatici, nell’infezione da SARS-CoV-2 giocano un ruolo importante (fino a sostenere oltre il 40% dei casi) non solo i malati ma anche la vasta quota di asintomatici e dei presintomatici. Questi soggetti, data l’assenza di sintomi, con maggiore difficoltà possono essere identificati e isolati.
È stato dimostrato (per esempio nel caso della nave da crociera Diamond Princess in rada a Yokohama) che si può avere anche una trasmissione attraverso aerosol (del diametro < 5 µ) in ambienti chiusi, poco areati, eventualmente attraverso i circuiti di aria condizionata. Altra modalità possibile è la trasmissione tramite il contatto delle mani con superfici od oggetti contaminati e poi portando le mani a occhi, naso e bocca, per cui il frequente lavaggio delle mani all’ingresso in luoghi pubblici e al ritorno a casa è fortemente raccomandato. Il virus si trova anche nei fluidi corporei e nelle feci, ma non è dimostrata una via di trasmissione tramite questi veicoli biologici. È stata proposta una formula per valutare il rischio di infettività, che è funzione del Tempo di esposizione e dell’ampiezza della carica virale. Il rischio più elevato si riscontra nelle situazioni di esposizione per tempi protratti, anche con basse cariche virali. La carica virale (cioè la quantità di virus presente nei vari mezzi biologici di trasmissione) è quindi un fattore importante per la trasmissione e, a sua volta, è correlata allo stadio e alla gravità di malattia del soggetto infetto.