“Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati” è il tema scelto da Papa Francesco per la 108ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR) che viene celebrata domenica 25 settembre 2022. Lo spunto indicato dal Santo Padre ci esorta quindi ad non affrontare le migrazioni con un piglio emergenziale ma con un sguardo di lunga durata, che coinvolga tutte le persone che subiscono questo fenomeno, sia i migranti stessi che i cittadini dei Paesi ospitanti.
Quando si parla dei movimenti migratori si tende però ad avere un approccio utilitaristico, che lega la presenza di persone straniere solo alla necessità di manodopera o nuove generazioni per colmare l’inverno demografico. Un analisi materialistica, priva di quello sguardo umano e allo stesso tempo trascendente, che ignora gli elementi più profondi dell’antropologia umana, come la famiglia, le radici e i principi valoriali e spirituali delle persone.
Non a caso nel massaggio di Papa Francesco per questa Giornata del migrante e del rifugiato si parla anche di stimolo per le aspirazioni spirituali delle società che accolgono. Secondo il Pontefice “la presenza di migranti e rifugiati rappresenta una grande sfida ma anche un’opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti”. Questo perché possiamo maturare in umanità e costruire insieme un “noi” più grande. “Scopriamo anche la ricchezza contenuta in religioni e spiritualità a noi sconosciute – prosegue Francesco -, e questo ci stimola ad approfondire le nostre proprie convinzioni”. Insomma il torpore materialista dell’Occidente può essere destato da coloro che sono portatori di identità molto forti.
La vitalità di persone che cercano una nuova casa da costruire sulla roccia può far riaprire gli occhi ai tanti che dedicano la loro vita alla continua soddisfazione dei loro desideri. Il modello dei noi che si incontra e contamina quello di un io ipertrofico che ha annichilito molte anime. Papa Francesco insiste spiegando che “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione”. Il Papa mette questo approccio al fenomeno migratorio in una visione profetica di Isaia, nella quale gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti.
Il Papa ricorda poi che nella medesima profezia l’arrivo degli stranieri è presentato come fonte di arricchimento. “In effetti, la storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi” scrive ancora Francesco. Il Papa sottolinea che il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono Ma questo contributo potrebbe essere assai più grande se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Si tratta di un potenziale enorme, pronto ad esprimersi, se solo gliene viene offerta la possibilità.
La Giornata mondiale del rifugiato e del migrante ci ricorda quindi che la difesa della vita e la promozione della fratellanza umana passano anche per la tutela delle persone costrette a emigrare dalla loro patria per cercare un futuro migliore o più semplicemente per salvare la loro vita e quella dei propri cari. Allo stesso tempo non dobbiamo mai scordarci la Chiesa universale è sempre stata in prima linea per garantire il diritto a crescere e prosperare nelle propria terra natale. In questo ambito si inserisce l’indispensabile impegno per la pace e la prosperità di tutti i popoli. A tal proposito va ricordato che le guerre in Medio Oriente provocano un’emigrazione di massa dei cristiani che mette a rischio la stabilità di quella regione del mondo.