Sentire le parole di Papa Francesco nella prima catechesi del 2022 sull’importanza dell’adozione, per molti genitori adottivi o aspiranti tali, è stato una boccata di aria fresca perché finalmente se ne parla e in termini costruttivi. Sì perché l’adozione purtroppo rappresenta una “nicchia” della genitorialità nella quale si nuota controcorrente perché ogni passo è difficile.
È difficile sentire la chiamata all’accoglienza di un figlio non generato nella carne, perché, nella mentalità comune, sembra che la somiglianza tra genitori e figli sia il sigillo del figlio proprio. Francesco invece ha affermato: “Giuseppe ci mostra che questo tipo di legame non è secondario, non è un ripiego”. Cosa che ogni genitore adottivo vive proprio nelle viscere.
È difficile ottenere l’idoneità all’adozione perché, impreparati, gli aspiranti genitori affrontano un giudizio che è giustamente a tutela del bimbo che accoglieranno, ma che a volte però diventa feroce nei loro confronti bollandoli come inabili a essere genitori. Forse un sistema che accompagni alla maturazione di questo desiderio sarebbe più opportuno, a garanzia soprattutto dei bambini che saranno adottati.
È difficile adottare perché l’iter adottivo è lungo e costoso, burocratico. La gravidanza di una donna è sostenuta in Italia al 100%. Per la fecondazione assistita sono previsti ticket che variano di regione in regione. L’adozione è a carico della coppia con solo una parte di deducibilità fiscale delle spese che si aggirano nel totale tra i 20mila e i 30mila euro.
Ma l’adozione non ha numeri che suscitano interesse mediatico e politico. Quello mediatico forse solo quando qualche fatto di cronaca solleva il velo sulle difficoltà di tale esperienza.
Papa Francesco ne ha parlato in modo chiaro e concreto come è solito fare quando affronta un tema, ma non è la prima volta. In Amoris Laetitia ha dedicato il cap. V alla fecondità dell’amore e alla generatività che include adozione e affido familiare.
Per questa concretezza su qualche testata abbiamo letto che il Papa dovrebbe occuparsi di spiritualità e non di politica. Forse che spirito-anima-corpo siano da tenere distinti? Francesco parla alle persone, impossibile quindi scindere la spiritualità dalla vita concreta.
Ma una cosa colpisce in questa settimana di scambi sulla catechesi del Papa di mercoledì scorso nei social e in tv: che la maggior parte dei commenti si soffermino sull’esempio che Francesco ha portato di coppie che, impossibilitate o impaurite dal diventare genitori, si affezionano a carissimi animali domestici come se fossero figli. Un coro d’indignazione si è alzato, ma perché? Il Papa non ha sminuito l’importanza e la bellezza dell’avere affetto e cura per gli animali, ma ha sottolineato come a volte ci si nasconda dietro a questi per non affrontare la questione più importante ossia che “la paternità e la maternità sono la pienezza della vita di una persona”. Su questo forse sarebbe meglio riflettere.
Cristina Riccardi, vice presidente del Forum delle Associazioni Familiari