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Cosa nasconde il valzer della Manovra

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Mettiamo da parte zero virgola e punti percentuali. L’esperienza di questi ultimi anni ha insegnato a diffidarne.  Come delle agenzie di rating, del resto. Buone come gettoniere, ma pessime come indicatori.  La realtà è sempre più complessa di una volta, e un numero non potrà mai contenerla. Eppure buona parte del dibattito di questi giorni si è avvinto come l’edera attorno a tassi e spread, a deficit e voci di spesa. Legittimo, ma non chiaro. La maggior parte degli italiani avrà realmente capito l’ordine dei fattori, oppure quegli stessi fattori hanno creato il caos?

La percezione propende per la seconda ipotesi. Il valzer dei numeri e delle percentuali, leggendo le reazioni alle roboanti dichiarazioni dei principali leader, altro non sarebbe stato che la perfetta cortina fumogena dietro alla quale si va consumando, e ancora si consumerà, una guerra di posizione fra l’Italia e buona parte dell’Europa. In pratica il governo gialloverde di Salvini e Di Maio, fatta propria l’idea di voler allargare gli spazi di manovra in materia fiscale, ha ingaggiato il corpo a corpo con la Ue proprio per far saltare il tavolo tradizionale. Sovvertendo l’ordine dei fatti, in questo caso, il risultato cambia eccome

Difficilmente si arriverà ad un’uscita dall’euro, almeno in questa fase e con queste condizioni, ma certamente ad un abbassamento del tasso d’ingerenza di Bruxelles si. E non sarebbe un risultato di poco conto. “Questo 2,4 fa scalpore quando gli altri prima di noi hanno fatto tutto quello che volevano: ora ci criticano la manovra senza averla neppure letta, devo pensare che ci sia un pregiudizio”, sostiene il vicepremier Luigi Di Maio, illustrando il pacchetto di riforme varato dalla maggioranza. 

Un primo step, non certo esaustivo, per capire quale sia la rotta scelta dal governo. Ma a far cadere il velo sono le parole spese per spiegare i rapporti con la Ue. “Non ho nessuna notizia di una lettera dell’Ue e ho sempre detto chiaramente che il nostro obiettivo è spiegare la manovra all'Ue e parlare dei nostri obiettivi”, sostiene il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Dunque il documento avrà un volume di spiegazioni a margine e questo rende chiara la dinamica del governo. Alzo la palla sperando nell’abbassamento della rete da parte della Ue, in caso contrario porto tutti in mezzo al campo. Al netto di ciò il punto cruciale restano le voci di spesa, perché sono quelle a preoccupare, non le manovre in deficit.

Comunque sia il quadro finale, l’unica certezza è che ci aspetta un autunno non caldo, ma caldissimo. Basta l’agenda dei lavori per capirlo. Nota di aggiornamento al Def, oggetto del consiglio dei ministri di giovedì scorso ma non ancora stata trasmessa al Parlamento, e poi legge di bilancio. Se il testo della Nota, come previsto da Di Maio, dovesse  effettivamente arrivare in Parlamento nelle prossime ore, le Camere riuscirebbero probabilmente, nonostante il ritardo, a discutere le risoluzioni in Aula entro la data fissata, cioè il 10 ottobre.  Entro la metà del mese, poi, il governo dovrà inviare alla Commissione europea il Draft Budgetary Plan, indicando i numeri macroeconomici e le linee guida della legge di bilancio.

La Commissione Ue avrà due settimane per rispedirla indietro qualora riscontrasse gravi violazioni delle regole del Patto di stabilità. La legge di bilancio vera e propria dovrà essere approvata entro sabato 20. Il consiglio dei ministri dovrà varare l’articolato comprensivo di misure dettagliate e relative coperture, da inviare in Parlamento sotto forma di ddl. Il governo non ha escluso di accompagnare la legge con dei provvedimenti ad hoc, a partire dal decreto fiscale, come già successo negli ultimi due anni. Si tutto pesa come un macigno l’incognita del Rating. Le agenzie internazionali hanno annunciato di voler aspettare la legge di bilancio prima di esprimere il loro giudizio. Quello di S&P's è atteso il 26 ottobre, quello di Moody's entro la fine del mese. Entro il 30 novembre, infine, Bruxelles dovrà quindi pubblicare il suo giudizio, indicando l'eventuale necessità di manovra correttiva.  Allacciate le cinture perché, d’ora in poi, si balla. Sui numeri. Ma si balla….

Enrico Paoli: