L’Italia sta attraversando un periodo storico decisivo nonché estremamente difficile in cui, le scelte politiche che verranno fatte, tracceranno il futuro delle giovani generazioni. Negli ultimi tre anni siamo passati attraverso la pandemia da Covid – 19 e l’invasione russa dell’Ucraina e ciò ha creato la necessità di dare un indirizzo chiaro, in grado di dar vita ad un blocco europeo democratico basato sull’inclusione e sulla valorizzazione dei risvolti sociali di ogni scelta economica.
Bisogna quindi continuare il percorso riformatore precedentemente tracciato, cambiando ed incrementando in positivo il nostro modello di sviluppo, andando ad agire sui molteplici aspetti che, per molto tempo, hanno frenato occupazione e salari, formazione e innovazione, coesione sociale e territoriale, retribuzioni e pensioni, protagonismo e partecipazione del lavoro. In particolare, una prima cosa da fare per raggiungere tali obiettivi, è continuare nella realizzazione degli obiettivi tracciati dal Pnrr, raggiungendo i traguardi previsti per colmare i ritardi del nostro Paese.
A riguardo della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, occorre ricordare che, nel nostro paese, ogni giorno, più di tre persone perdono la vita sul posto di lavoro, 400mila sono le denunce di infortunio, in aumento sono anche le denunce di malattie professionali e lo scorso anno le ispezioni nelle aziende hanno evidenziato irregolarità per oltre il 70% delle imprese controllate.
Per questo, è necessario che, Governo, sindacato e imprese si trovino dalla stessa parte per dar vita a una nuova strategia nazionale sulla salute e sicurezza che punti all’obiettivo di azzerare le morti sul lavoro. Il raggiungimento di questo obiettivo di civiltà implica il rafforzamento dei controlli da parte del sistema di vigilanza (INL, ASL, INAIL, INPS) nelle aziende; l’utilizzo e il coordinamento delle banche dati informatiche e l’istituzione di una patente a punti per qualificare le imprese e legare il “rating” all’accesso ai bandi per gli appalti pubblici. È necessario inoltre investire sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, introducendo la materia anche nei programmi scolastici a partire dal primo anno delle scuole secondarie di secondo grado e fornire un deciso sostegno all’innovazione tecnologica finalizzata alla sicurezza.
Inoltre, l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità riveste un valore di fondamentale importanza e dovrà trovare attuazione attraverso un potenziamento del Fondo nazionale per il diritto al lavoro dei disabili, che renda pienamente operativa la Banca dati del collocamento mirato e stimoli specifiche attività formative e la contrattazione collettiva di secondo livello per definire organismi aziendali e puntuali procedure di disability management, creando così maggiori presupposti per l’integrazione lavorativa delle persone con fragilità.
Il Paese, in questo momento, ha bisogno di unità, coesione, stabilità per gestire l’emergenza e costruire una prospettiva economica e sociale che guardi all’interesse generale ed al bene comune. La Cisl, come sempre, è pronta al confronto costruttivo con il nuovo Governo, per assumerci insieme la responsabilità e l’onere, di dare all’Italia un futuro più sostenibile, partecipativo, ed equo.