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Consigli per un Natale sicuro

Ogni pandemia si caratterizza per qualche aspetto peculiare dal punto di vista medico: la spagnola era particolarmente letale nei giovani, Covid-19 si è dimostrata molto più grave nei soggetti anziani (specie se istituzionalizzati) tanto da far dire, come in questi 22 mesi sia scomparsa in Europa e negli Usa un’intera generazione di anziani, e con loro un grande patrimonio di esperienza. Ritengo che quanto successo debba indurre una riflessione seria sul rapporto tra ospedale, medicina del territorio e comportamenti quotidiani.

Essere vaccinati non deve esimere dall’impiego di tutte le precauzioni possibili. La cautela nelle persone anziane non deve venir meno, anche al di là del pranzo di Natale. L’essere vaccinati non ci deve esimere dall’impiego di tutte le precauzioni possibili, delle mascherine e del distanziamento. Oltre a consigliare di evitare il bacetto di auguri ai nonni, suggerisco in vista dei raduni familiari anche un paio di tamponi, soprattutto alle persone che magari hanno un raffreddore, per evitare rischi. E’ chiaro poi che queste attenzioni vanno declinate nelle singole situazioni.

Non possiamo impedire il pranzo di Natale però evidentemente quanto più grande è la platea di persone tanto più elevato teoricamente è il rischio. La vaccinazione funziona ma funziona quanto più si è vaccinati con la terza dose, cioè anche chi ha completato la vaccinazione ma l’ha completata da qualche mese, soprattutto se anziano, ha un rischio maggiore di avere qualche nocumento da qualche trasmissione di virus. Tuttavia non c’è una regola assoluta su ciò che si può fare o non si può fare. Certo il bacetto al nonno anche se è per ringraziare del regalo ricevuto forse si potrebbe evitare. Bisogna cercare di stare un po’ più a distanza tenendo presente che c’è una quota di giovani over 12 e tutti quelli under 12 che non sono ancora vaccinati e tra i quali, secondo l’Istituto superiore di sanità, circola molto il virus. Consiglierei anche un paio di tamponi, soprattutto alle persone che magari hanno un raffreddore, per evitare rischi.

Il quadro generale richiede la massima prudenza, ma non mancano segnali di speranza. Israele sta fornendo al mondo una straordinaria esperienza e il fatto che dica che in base ai primissimi risultati con tre dosi di vaccino anti-Covid potrebbe esserci una protezione dalla variante Omicron è una buona notizia. Andrà confermata, ma conoscendo la serietà degli israeliani e quanto siano rigorosi nel dare dati, li trovo estremamente rassicuranti. Israele è il laboratorio del mondo nel senso che ha prima di tutti gli altri vaccinato in un periodo molto breve la popolazione, si è accorta per prima che l’immunità tendeva a decrescere man mano che ci si allontanava dal periodo della vaccinazione soprattutto nei confronti dell’infezione e questo ha portato a vaccinare con la terza dose prima gli ultrasessantenni e poi tutti. E adesso sta vaccinando anche i bambini.

Per quanto riguarda la variante Omicron, comunque, i dati preliminari forniti non sorprendono perché se tu fai la terza dose è possibile che ci possa essere una risposta rafforzata che anche se la proteina Spike della variante non è identica alla Spike contro cui siamo immunizzati, riesce a bloccarla. Siamo passati dal dire che la vaccinazione eterologa si può fare senza alcun problema a dire che adesso è meglio fare l’eterologa. In realtà non ci sono ancora degli studi con questo tipo di vaccino a Rna che ci dicano che una vaccinazione è meglio dell’altra. Io ho fatto tre dosi di Pfizer. C’erano degli studi, uno spagnolo fatto su qualche centinaio di casi, e uno britannico, sull’utilizzo del vaccino ad adenovirus di AstraZeneca, seguito o preceduto dal vaccino a Rna in cui si era ipotizzato che mentre il vaccino a Dna potesse avere un impatto migliore nello stimolare la risposta dell’immunità cellulare, quello a Rna ne aveva di più sull’immunità umorale. In questo senso i due vaccini si completavano al meglio.

Però per quel che riguarda una differenza di vantaggio con i due vaccini a Rna che sono molto simili tra di loro, anche se evidentemente non identici, al momento non è mai stata segnalata. Quello che si può ribadire ed è stato quello che hanno detto tutti, è: sì, si può fare l’eterologa perché tutto sommato non cambia niente. Si è detto che per la vaccinazione con il vaccino Moderna poteva esserci qualche effetto un po’ più pronunciato per una questione di dosaggio. Si è sentito di tutto e di più, ma in realtà sono abbastanza intercambiabili.

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