Il 25 gennaio 1959, presso la sala capitolare del Monastero di San Paolo di Roma al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Papa Giovanni XXIII, ha annunciato l’indizione del Concilio Vaticano II. Questo annuncio ha sorpreso i cardinali presenti, nessuno se lo aspettava. La decisione di Giovanni XXIII ha dato un nuovo orientamento a tutta la Chiesa, profondamente coinvolta nel processo di preparazione, nello svolgimento e, successivamente, nell’attuazione del Concilio. Papa Giovanni Paolo II ha giustamente affermato che il Concilio ecumenico Vaticano II è stato l’evento più importante nella storia della Chiesa cattolica nel XX secolo, che ha avuto un’importanza rilevante anche alla storia del mondo.
Il messaggio di fondo del Concilio è già contenuto nel discorso inaugurale, l’allocuzione “Gaudet Mater Ecclesia” con la quale Giovanni XXII ha spazzato via la visione pessimista, rassegnata e difensiva di una Chiesa, come diceva lui, ridotta un po’ ad un museo, piena di cose belle ma appartenenti al passato. Il Vaticano II ha rappresentato l’apertura di una finestra sul futuro, una “novella Pentecoste”, in cui la Chiesa esce e dialoga con il mondo, annunciando il Vangelo e la Resurrezione di Gesù al mondo di oggi. Tra i documenti più importanti c’è sicuramente la “Dei Verbum”, che ha messo nelle mani di tutti i fedeli la Sacra Scrittura, in precedenza affidata solo alla gerarchia e al clero. La Parola di Dio è per tutti e ognuno deve ascoltarla: costituisce il cuore della vita cristiana. Un altro documento importante è la “Lumen gentium”, che ha posto le premesse dell’idea sinodale della Chiesa cui oggi siamo giunti. Infine, fondamentale è stata anche la “Gaudium et spes”, che ha indicato la strada per un maggiore coinvolgimento della Chiesa nella storia del mondo e, soprattutto, nella vita di coloro che soffrono, subiscono e sperano.
Il Concilio Vaticano II ha sottolineato l’importanza della fraternità, innanzitutto all’interno della Chiesa, intesa come popolo di Dio e come comunione, al di là delle differenze tra le varie funzioni all’interno di un unico corpo. La Chiesa, dunque, è chiamata a vivere pienamente l’esperienza della fraternità e a comunicarla a tutto il mondo, il che è oggi cruciale. Ciò significa costituire un segno di unità per tutta l’umanità, un’esperienza che diventa un modello per altri, una risorsa e un’indicazione per tutti gli uomini e tutte le donne, superando, attraverso la solidarietà, le divisioni provocate da guerre, muri e confini, discriminazioni e separazioni e riconciliando anche i credenti delle diverse confessioni cristiane e delle diverse religioni.