In vista del Natale, purtroppo, sono emersi due dati economici negativi che bisogna denunciare. Il primo è legato al potere d’acquisto delle famiglie italiane che, per via dell’inflazione elevatissima, hanno un minore potere d’acquisto e, di conseguenza, si prevede una diminuzione dei regali in occasione delle festività. Si andrà veramente il cosiddetto “regalo utile” ma, nello stesso posto, non troppo costoso. Tutti i prezzi si sono incrementati dal 10 al 15% e, in alcuni settori, anche fino al 50%. In riguardo, ad esempio, ai pacchi regalo contenenti alimenti e vini, si è verificato un aumento considerevole. Lo stesso è accaduto per i libri che hanno avuto degli incrementi dei costi a causa del costo dell’energia e della carta. I regali, pertanto, diminuiranno in quantità ma ne aumenteranno i prezzi. Oltre a ciò, c’è un ulteriore elemento che provoca malinconia nelle famiglie italiane ed è rappresentato dalla situazione geopolitica e dalla guerra in Europa, come sottolinea in maniera molto chiara una recente ricerca del Censis. Ciò, insieme alla non chiarezza e alla indeterminatezza delle prospettive future, comporterà un progressivo contenimento dei regali di Natale.
Purtroppo, le previsioni riguardo al futuro a breve termine sono incastonate nel programma finanziario che ha steso il nuovo governo e, a tal proposito, non ci sono aiuti, se non quelli già stabiliti dal precedente esecutivo, in riguardo alle bollette e alla capacità d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie ma, per certi versi, c’è un taglio della rivalutazione delle pensioni medio piccole al 7,3%, sapendo che l’inflazione si attesta al 12%. Quindi, anche su questo versante, il potere d’acquisto sarà ben misero e le prospettive sono allarmanti. Inoltre, la previsione fatta rispetto al prossimo anno, sottolinea che non si avrà un nuovo sbalzo dell’inflazione ma neanche una riduzione clamorosa.