Purtroppo, la situazione attuale è molto difficile e complicata. L’inflazione non demorde e, per quanto riguarda il carrello della spesa delle famiglie, è in aumento. Al livello internazionale si iniziano a profilare delle diminuzioni del costo delle materie prime del comparto agroalimentare. Però, l’inflazione odierna, comporta un decremento dei consumi in merito ai prodotti agroalimentari, ovvero della spesa che ogni giorno fanno le famiglie. Ciò si ripercuote sulla qualità della vita che è molto inferiore ed è un segnale molto importante del fatto che, le famiglie, stanno male. Questo non va bene e noi insistiamo affinché ci siano degli aiuti consistenti, a partire dall’abolizione dell’Iva, per quanto riguarda i prodotti agroalimentari che ora è al 4% e al 10%. Il secondo segnale del fatto che stiamo passando un periodo difficile è rappresentato dalla riduzione, non tanto del numero delle famiglie che vanno in vacanza, ma dal numero inferiore di giorni che trascorrono in vacanza. È un dato risultante dalle nostre analisi e, anche questo, si traduce in un peggioramento della qualità della vita.
Non avremo voluto che il governo si dimettesse e non fosse nella piena funzione per poter fare operazioni importanti, come quella sull’Iva. Stiamo attendendo e purtroppo ci vorranno mesi. C’è una campagna elettorale con promesse strabilianti che, se non ci fosse da piangere, farebbero ridere, come si è verificato in alcuni casi. Si deve quindi aspettare la formazione di un nuovo governo dopo le elezioni, che deve accelerare fortemente le tappe di investimento del Pnrr. Solo così si può sperare in un inedito modello di sviluppo economico e soprattutto in nuovi posti di lavoro e una nuova occupazione per i giovani. Ciò non da solamente una risposta etica ai problemi e ai bisogni dei nostri nipoti, ma questo comporterebbe anche un aumento del potere d’acquisto delle famiglie che attualmente è anche indirizzato verso il mantenimento di figli e nipoti disoccupati. Serve quindi una maggiore occupazione per dare un risvolto etico e maggiore potere d’acquisto per chi lavora e per le famiglie che fanno welfare.