In Israele si sta vivendo una grave situazione: è molto importante che intervenga tutta la comunità internazionale per cercare di arrivare a una soluzione diplomatica che possa fermare il conflitto in atto. Condanno fortemente l’atto terroristico che è stato perpetrato, le guerre sono sempre un affare molto sporco in cui i civili pagano sempre il tributo più alto. Inoltre, qualsiasi conflitto nelle aree dove sono coinvolti i settori dell’approvvigionamento energetico, come già abbiamo visto dai mercati, provoca una tendenza al rialzo per quanto riguarda il gas e, in misura minore, il petrolio.
Per quanto riguarda Israele ed il Medioriente, è lecito aspettarsi una destabilizzazione m non è possibile prevedere come potrà incidere sui costi dell’energia, è necessario vedere l’evolversi della situazione attuale. Certamente però, se dovesse continuere la destabilizzazione dell’area mediorientale, ci potremmo andare incontro a un incremento delle tariffe del petrolio e dell’energia in senso generale. L’esecutivo, sul reperimento delle risorse naturali potrebbe evitare ulteriori shock. Per tutelare le famiglie e i consumatori dagli aumenti occorrerebbe, invece, agire per diminuire le accise. Ciò impedirebbe anche la realizzazione di guadagni ed extraprofitti perché, il governo, non dovrebbe guadagnare dall’aumento dell’Iva in questa difficile situazione internazionale.