Come garantire un futuro degno alle persone anziane

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Prendersi cura delle persone più fragili è uno degli indicatori principali del livello di avanzamento sociale e culturale di ogni società e dei cittadini che la abitano. Nella fattispecie ad oggi, in Italia, oltre il 24 % della popolazione, pari a 14 milioni 177mila persone, ha più di 65 anni. Tra queste, oltre 4 milioni, ne ha più di 80. Dietro a questi numeri, occorre ricordarlo, ci sono delle famiglie che, molto spesso per la prima volta, si trovano a fronteggiare delle problematiche di salute correlate all’età avanzata di un loro congiunto le quali, senza se e senza ma, devono trovare risposte adeguate a tutti i livelli istituzionali competenti.

Papa Francesco, con grande saggezza e lungimiranza, nell’enciclica “Fratelli tutti”, ha delineato l’orizzonte morale da cui, ognuno di noi, deve trarre ispirazione per dare attuazione pratica al paradigma della prossimità per far sì che, gli anziani, non facciano parte della “cultura dello scarto” ma, al contrario, assurgano a patrimonio ideale per tutta la società civile e per le giovani generazioni, dando loro la possibilità di ricevere la migliore assistenza necessaria e, se possibile, allo stesso tempo, continuare a vivere nel loro ambito domestico, vicini ai loro familiari e ai ricordi di una vita intera.

Il raggiungimento di questi obiettivi e diritti che definirei “di civiltà”, presuppone però un impegno corale da parte di ogni cittadino e istituzione, senza se e senza ma. In qualità di Acli Colf, ad esempio, siamo sempre più impegnati sul fronte della formazione degli assistenti famigliari, delle figure cruciali nell’ambito dell’assistenza domiciliare. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità ma, se vogliamo garantire un futuro sempre più degno ai nostri anziani, dobbiamo fare ulteriori passi avanti, non solo sul fronte della cura fine a sé stessa, ma anche e soprattutto dei profili etici riguardanti la stessa. In altre parole, dobbiamo immedesimarci nella quotidianità e nei dolori del nostro prossimo in difficoltà, per meglio comprenderli e dare una risposta migliore che metta al centro la tutela della dignità.