Il traffico di esseri umani è la terza industria illegale al mondo per fatturato. I dati più aggiornati dicono che è in costante crescita, secondo alcune fonti è seconda solo al traffico di armi. Le vittime sono soprattutto donne e bambini. Esseri umani trattati come merce, comprati e venduti, utilizzati come manodopera o sfruttati sessualmente. È un fenomeno sommerso che sfugge a indagini sistematiche: è possibile solo fare delle stime approssimative.
Nel Mondo circa 21 milioni le vittime. Per il 49% sono donne e il 33% minori. Il 53% delle persone è trafficato a scopo sessuale. Il 70% è composto da donne e bambine (il 49% donne, 21% bambine). Un terzo delle vittime è un bambino e le bambine sono i 2/3 dei minori trafficati. L’80% di donne costrette a prostituirsi denuncia violenza fisica, il 60% stupro. Più del 90% dei Paesi ha una legislazione in materia, eppure la risposta è debole e inefficace. In Italia si stima che siano tra le 75.000 e 120.000 le vittime della prostituzione. Il 65% è in strada, il 37% è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. Provengono da Nigeria (36%) Romania (22 %) Albania (10,5%) Bulgaria (9%) Moldavia (7%), le restanti da Ucraina, Cina e altri paesi dell’Est.
Le dinamiche del fenomeno prostitutivo sono in continua evoluzione: • le ragazze sono sempre più giovani: l’età media si è abbassata ai 14/18 anni. Spesso risulta difficile capire l’età reale delle ragazze, in quanto costrette dallo sfruttatore a negare la loro minore età. • Il continuo turn-over delle donne/ragazzine costrette alla prostituzione. La ciclica mobilità ha una duplice funzione: quella di renderle irreperibili dopo i primi contatti con le unità di strada e per soddisfare le turpi richieste dei clienti in ricerca sempre di novità e di una variegata offerta. • Un aumento di devianze sessuali richieste dal cliente. Oltre alla richiesta di giovani ragazze e di avere rapporti non protetti, ne abbiamo osservato un’altra. Le donne incinta. Per esse un cliente è disposto a pagare quattro volte in più. • Un nuovo “mercato” è stato aperto dalle organizzazioni criminali che trafficano esseri umani, per reperire, condizionare e introdurre in Italia le vittime del mercato della prostituzione. • I traumi subiti dalle donne. Vediamo che molte donne decidono di uscire solo quando non ce la fanno più. Quando sono arrivate alla fine. Queste persone hanno subito enormi traumi, che cerchiamo di curare dentro le nostre case, anche con uno specifico supporto psicologico. Tuttavia per alcune di esse i traumi sono tali da non riprendersi mai più. La prostituzione in sé è sempre abusante. Tale pratica ha conseguenze disastrose sulla psiche delle donne. Le donne che si prostituiscono, siano esse dentro i bordelli, siano sulle strade, soffrono degli stessi disturbi psicologici dei veterani di guerra.
Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli, spesso cresciute in condizioni famigliari violente ed abusanti, private dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o “esportate” con l’inganno. Non si può affermare che chi va con le prostitute stia esercitando una libertà. È una “libertà” nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta. È un atto che nasce da una catena di sopraffazioni, non può essere in alcun modo considerato una contrattazione fra due contraenti liberi. Il cliente quasi sempre conosce questa situazione, in questo modo diventa lui stesso uno sfruttatore.
La Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata su questo fronte da 25 anni. Fu l’incontro nel 1989 di don Oreste Benzi con una prostituta alla stazione di Rimini a rivelare l’orrore della prostituzione e lo stato di oppressione che si celava dietro ad essa. Da allora circa 7.000 donne, di cui molte minorenni, sono state liberate e accolte nelle nostre case famiglia. Attualmente sono diverse centinaia le vittime di tratta in programma di protezione e reintegrazione sociale accolte nelle nostre case famiglia in base all’articolo 18 del D.Lgs 286/98.
In Italia la nostra Associazione è presente quotidianamente con 150 volontari, raggruppati in 24 unità di strada, attive in 12 Regioni della penisola italiana. Il 13 Luglio 2016 la Comunità ha lanciato una Campagna di sensibilizzazione Nazionale “Questo è il mio Corpo”, in occasione della presentazione della proposta di Legge n 3890 alla Camera dei Deputati volta a considerare reato l’acquisto di prestazioni sessuali e quindi sanzionatoria e con proposta di percorsi di rieducazione per il cliente. Dal lancio, la Campagna ha promosso numerose iniziative nel territorio italiano, ha ricevuto numerose adesioni e raccolto un considerevole numero di firme a sostegno del Ddl sopra citato. Il 6 Ottobre 2017 la Comunità Papa Giovanni XXIII è stata riconosciuta parte civile nei processi contro la tratta.
• Al Parlamento Italiano si chiede l’approvazione di una legge volta a “punire” il cliente in un’ottica di percorso riabilitativo e rieducativo in linea con la Raccomandazione del Consiglio d’Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere del 2014 (c.d. Risoluzione Honeyball).
• Ai Sindaci si chiede di emanare ordinanze comunali che dissuadano la diffusione del fenomeno nel territorio di loro competenza, che non colpiscano le vittime, ma il cliente. (vedi ordinanza n° 2017/00275 del 14/09/2017 del Sindaco di Firenze).
• Promuovere una campagna di sensibilizzazione sui media ed educativa sul rispetto della dignità della persona e per contrastare la mercificazione del corpo, da diffondere nelle scuole di ogni grado, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.