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Ecco come abolire la piaga della schiavitù

Si celebra oggi la giornata mondiale contro la schiavitù, una ricorrenza importate che vuole ricordarci che siamo fatti per la liberta che ci fa relaziona con gli altri e che ci fa costruire la casa comune, il bene. La schiavitù è l’opposto del progetto di Dio che ci ha creati per la felicità, è una tristezza infinita perché vuol dire che c’è qualcuno che abusa sugli altri e li rende dominati. Ho assistito a una bellissima commedia teatrale dal titolo “Nemmeno con un fiore” sul tema della riduzione in schiavitù delle giovani donne costrette a prostituirsi. Si è evidenziato molto bene come i cosiddetti clienti – ma possono esserci altre complicità come coloro che affittano gli appartamenti per la prostituzione – rendono schiave queste donne.

Le forme di schiavitù possono essere molteplici: lo sfruttamento del lavoro minorile, bambini piccolissimi costretti a lavorare in condizioni disumane, in posti pericolosissimi, per poter mandare qualche spicciolo alle loro famiglie; i matrimoni forzati, le spose bambine. C’è tutta una dimensione dello sfruttamento dell’infanzia, soprattutto femminile: viene rubata la bellezza della crescita, dello sviluppo affettivo, di amicizie, di innamoramento che si potrebbero creare. In molti casi l’abusante è la figura maschile e, a volte è molto più in là con l’età rispetto all’abusata.

Nella maggior parte dei casi chi è ridotto in schiavitù è sotto minaccia, magari non direttamente ma l’oggetto delle minacce sono i familiari. Lo vediamo anche nei femminicidi, molte donne uccise in Italia: sono sottomesse alla violenza quotidiana, psicologica, verbale, delle botte fino ad arrivare alla morte. E’ molto importante che ci sia un sostegno alle donne e alle giovani ragazze perché abbiano la forza e il coraggio di denunciare. Anche attraverso il progetto Safe che come Comunità Papa Giovanni XXIII stiamo portando avanti, abbiamo capillarmente diffuso un percorso di formazione per prevenire l’abuso di potere e sessuale che sono un dominio di schiavitù. Abbiamo promosso la formazione di tutti quei soggetti, come educatori, allenatori, insegnanti, sacerdoti, ad essere attenti e a cogliere ogni possibile forma di violenza in modo da poterla segnalare tempestivamente.

Come abolire la piaga della schiavitù? E’ necessario creare delle condizioni sociali, a partire dalla prima infanzia, attraverso un percorso scolastico che promuova le capacità e i talenti di ognuno, con un forte sostegno all’educazione, al lavoro che dà dignità e sicurezza in un percorso di vita. Serve una legislazione che supporti questi punti e permetta lo sviluppo della vita e delle professionalità, ma sono necessarie anche delle norme che puniscano quanti violentano la bellezza e la libertà di un altro essere umano.

Paolo Ramonda: