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Che tipo di società nell'era digitale?

Nell’era digitale l’uomo si chiede: che tipo di società per il futuro? Una società fondata sul benessere? Una società basata sulla massima felicità materiale per il maggior numero di persone? Una società fondata sulla tutela dei diritti individuali, così importanti da non dover essere violati nemmeno dalle maggioranze? Ma l’uomo aspira a una società fondata sui valori? Quali valori nell’era digitale? Forse e’ la società che Michael Sandel all’Università di Harvard chiama “società virtuosa”?. Naturalmente la società desiderabile è quella che garantisce benessere, diritti e valori ma sembrerebbe dalle esperienze della storia e dell’ultimo secolo, in particolare (siamo ai 100 anni dalla prima guerra mondiale) che la società perfetta sia tecnicamente irrealizzabile. 

E che cosa dire della carenza dell’etica pubblica che si manifesta in modo sempre più invadente nel rifiutare anche la presenza di Dio che viene rimossa dalla società? Lo scenario prevalente è del relativismo e nichilismo ateo, e in questo scenario l’uomo è stato sempre più spinto e attratto a considerare sempre meno la presenza di Dio nella sua avventura terrena. Il Magistero della Chiesa cattolica, negli ultimi trenta anni è intervenuto e interviene con frequenti richiami sull’uomo e sulla verità dell’evento storico: la presenza di Gesù Cristo nel mondo, ma dopo l’ascolto cosa resta? I principi della Dottrina Sociale della Chiesa sono stati spesso inascoltati dall’uomo in generale e dalla maggior parte dei Cristiani e dei Cattolici. Hanno prevalso l’afasia intellettuale, il disimpegno dalla politica, dalla ricostruzione della polis, dalla ricerca del miglioramento e dell’edificazione del bene comune.

Bisognerebbe, a mio avviso e di tanti, riscoprire i valori trasmessi non solo dai filosofi greci e latini, dai pensatori moderni, dai grandi educatori, innovatori e responsabili delle religioni monoteiste e dai Pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco. Da laici e cattolici, senza aggettivi, non rassegnamoci perché l’uomo dell’era digitale possa comunque mirare a raggiungere l’obiettivo di una società fondata sui valori e non soltanto sugli interessi delle classi dominanti e della grande finanza. Auspichiamo insieme di riaffermare i principi della solidarietà sociale per un destino migliore, ma anche per la salvaguardia dei beni della Terra e non per continuare ad agire per un totale sfruttamento e con incuria verso l'ambiente. I giovani “millennials” ci riusciranno se, noi più anziani, sapremo essere testimoni di esperienze positive nel realizzare opere, nel consegnare il patrimonio dei valori della nostra identità dell’umanesimo integrale e di una visione della persona al centro con la sua dignità.

Ci riusciranno i nostri figli e i nostri nipoti, se i più anziani con loro, anche chi è nel percorso dell’ultimo miglio, operereranno insieme con la costanza e la determinazione dei liberi e forti, perché ognuno sappia ricercare la fiducia e la conoscenza di sé stesso, il confronto aperto con culture e religioni differenti, il bene comune, una nuova polis e Dio nella storia, nell’attualità e nel futuro di tutti, in una prospettiva che e’ e resta nella speranza ultraterrena. Come diceva il Mahatma Gandhi, “We must be the change we wish to see in the world”.

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