Dopo avere imparato la sequenza delle varianti “preoccupanti” di SARS-CoV-2 (Alfa, Beta, Gamma, Delta), abbiamo appreso a nostre spese che esistono anche sottovarianti della variante Omicron. Battezzate Ba1, 2, 3 e soprattutto Ba4 e 5. Che oltrepassano di gran lunga la pericolosità dell’originale Omicron in termini di trasmissibilità e di evasione immunologica. Cioè contagiano 10 volte di più e di altrettanto aggirano la protezione conferita dai vaccini e dall’infezione naturale. Addirittura provocano infezioni non solo nei vaccinati. Ma anche re-infezioni in chi ha superato una malattia da Covid provocata da altre varianti, anche dalla variante Omicron 1. Questo perché la risposta “crociata” in termini di anticorpi neutralizzanti è debole fra le diverse varianti e svanisce dopo alcuni mesi.
Se questo è lo sfondo irto di problemi, quale migliore occasione per i media di tornare a battere la grancassa, dopo gli squilli di tromba? Si tratta di fare tornare interesse e preoccupazione nella popolazione, che nel frattempo aveva iniziato a pensare ad altro. E come fare, se non sparando notizie, meglio se discordanti, per creare più vivo interesse? In effetti c’è da dire che anche la letteratura scientifica ci ha messo del suo offrendo un panorama estremamente complesso e variegato. Sono state sfornate centinaia di migliaia di pubblicazioni, che ormai hanno raggiunto il numero delle pubblicazioni ad esempio sul diabete. Ma sulla Covid-19 in due anni, sul diabete in due secoli.
Così, di fatto in questo campo si trova tutto e il contrario di tutto, anche certificato da scienziati e gruppi di ricercatori qualificati e illustri. E’ proprio del metodo scientifico non pretendere di raggiungere verità assolute. Ma procedere per tappe successive. In cui un risultato rappresenta il punto di partenza per un nuovo dubbio, una nuova ipotesi da sottoporre a verifica. Pertanto i media possono costruire su questa base brillanti talk-show che apparentemente sono basati sulla scienza. Ma che in realtà hanno finalità di puro spettacolo. Cosa di meglio infatti che mettere a confronto su due poltrone televisive o su due colonne di giornali due opinioni opposte di reputati esperti? Dire si o no alla 3° e 4° dose di vaccino, si o no a mantenere o abbandonare la mascherina facciale in ambiente chiuso e così via. In realtà tutti gli esperti trovano fondamento scientifico per qualsiasi ipotesi poiché le fonti sono innumerevoli. Basate su ricerche condotte in tempi differenti, in situazioni ambientali diverse, su popolazioni diverse etc. Pescando informazioni in questo “mare magnum” di tutto e il contrario di tutto, ogni spettatore può trovare conferme all’opinione che si è formata (o che è stata indotto a formarsi). E asserire sussiegosamente: “Non lo dico io, lo dice il tale che è un grande esperto (magari un premio Nobel) e scusate se è poco”. Ecco perché l’arma principale per uscire dall’emergenza Covid resta lo studio dell’evoluzione del virus. Capire Omicron per sconfiggere la pandemia.